Antitrust ha sanzionato per 20mila euro la messinese Fratelli Levì per pubblicità ingannevole

Grazie alla segnalazione di Confconsumatori, nei mesi scorsi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha comminato una sanzione amministrativa pecuniaria di 20mila euro alla Fratelli Levì, pellicceria con sede legale a Messina, per pubblicità ingannevole.

La Fratelli Levì aveva diffuso a livello nazionale degli spot televisivi, andati in onda su Raiuno da dicembre 2012 a maggio 2013 e su diversi canali Sky nel novembre 2013, nei quali si prospettava la possibilità di vendere presso i negozi della società la propria pelliccia usata ricevendo in cambio una somma di denaro. Negli spot comparivano chiaramente delle banconote in contanti.

In realtà, a fronte della consegna della pelliccia, il professionista riconosceva al consumatore un buono di acquisto da spendere presso i punti vendita Fratelli Levì e, in ogni caso, il valore riconosciuto al capo di pelliccia reso era sempre notevolmente inferiore rispetto al reale valore di mercato del bene.

Dopo avere richiesto anche il parere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, visto che la pratica commerciale era stata diffusa per via televisiva, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto che la condotta commerciale della Fratelli Levì risultasse idonea a falsare il comportamento economico dei consumatori ai quali era destinata in quanto ingannevole; i consumatori, infatti, erano indotti a credere che fosse possibile un guadagno cedendo un capo di abbigliamento usato, ignari del reale scopo del venditore medesimo, ovvero quello di agganciare nuovi clienti per indurli ad acquisti futuri presso i propri punti vendita, riconoscendo, per gran parte del valore del capo reso, solo dei buoni sconto da utilizzare a fronte dell’acquisto di una nuova pelliccia.

«Il provvedimento adottato dal Garante – commenta l’avvocato Fulvio Capria, presidente provinciale di Confconsumatori Messina – va valutato in maniera ancora più significativa poiché sanziona un comportamento che, oltre ad essere commercialmente scorretto, è in grado di creare, a livello sociale, dei meccanismi ambigui e impropri decantando artificiosamente, in un periodo di crisi come il nostro, la possibilità per la gente di ricevere danaro in cambio di una pelliccia usata». Confconsumatori invita i cittadini a segnalare eventuali pratiche commerciali scorrette e/o ingannevoli presso le sedi territoriali dell’Associazione.