Gli ultimi dati dell’Istituto di previdenza sociale dipingono un quadro impietoso rispetto alla situazione dei pensionati italiani: nel 2013, il 43 per cento di essi, dunque 6,8 milioni di persone, ha ricevuto uno o più assegni per un importo totale medio mensile inferiore a 1.000 euro lordi. “Tra questi – spiega l’Inps – il 13,4 per cento, pari a 2,1 milioni si situa al di sotto di 500 euro“.
Contestualmente, per effetto delle norme contenute nella riforma Fornero, si registra un drastico calo nell’erogazione di assegni previdenziali. Osservando la Gestione privata, si nota come le nuove liquidazioni, per anno di decorrenza, mostrino per i dipendenti privati un calo del 32 per cento per le pensioni di anzianità e del 57 per cento per quelle vecchiaia sul 2012.
Tutto ciò non è servito a mettere i conti dell’Inps a posto. L’Istituto, infatti, rivela di aver chiuso il 2013 con un saldo negativo di 9,9 miliardi. Come è noto, questo è dovuto per lo più all’assorbimento dell’ex Inpdap. Il patrimonio netto, secondo i dati del bilancio preconsutivo, è invece pari a 7,5 miliardi “valore che migliora tenendo conto della legge di Stabilità. Quindi – conclude l’istituto – non è a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico”.