La stretta creditizia, nei confronti delle categorie che maggiormente avrebbero bisogno di linfa vitale, continua a persistere. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, i prestiti al settore privato, depurati dei dati relativi a cartolarizzazioni e crediti ceduti cancellati dai bilanci, si sono contratti, a maggio, del 3,2 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti mentre, rispetto ad aprile, hanno subito una flessione di 3,1 punti percentuali. In particolare, l’erogazione di finanziamenti alle famiglie ha subito una contrazione dell’1 per cento in un anno, mentre quella alle società non finanziarie del 4,7 per cento; quest’ultima, su base congiunturale, è scesa del 4,4 per cento. Secondo l’istituto centrale italiano, oltre alla quantità, peggiora la qualità del credito. Il tasso delle sofferenze, infatti, cresce del 21,7 per cento su base annua, seppur si evidenzia un leggero miglioramento rispetto alla crescita del 22,3 per cento di aprile. La raccolta obbligazionaria, inoltre, considerando anche le obbligazioni detenute dal sistema bancario, registra un decremento pari al 10,8 per cento su base annua, mentre rispetto ad aprile è stato pari al 9,6 per cento. Si segnalano, infine, i tassi di interesse sui finanziamenti: quelli per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, a maggio, sono stati pari al 3,65 per cento, contro il 3,63 nel mese precedente; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono ammontati al 9,35 per cento (9,37 per cento ad aprile); i tassi per le società non finanziarie, per importi fino a 1milione di euro, sono stati fissati al 4,18 per cento contro il 4,27 per cento di aprile mentre quelli sui nuovi prestiti di importo superiore al milione sono ammontati al 2,58 per cento (2,66 per cento ad aprile).