Sono sempre più numerosi i cittadini, piccoli imprenditori e artigiani rivoltisi allo “Sportello dei Diritti”, lamentando situazioni di estrema difficoltà determinate dalle incalzanti richieste di somme di denaro, sempre maggiori e sproporzionate, provenienti da banche e finanziarie che usano il sistema della “comunicazione dati alla CRIF” quale strumento, spesso illegittimo, per costringerli a pagare.Tipico esempio di ciò che è successo ad una imprenditrice leccese la quale rivoltasi nel 2006 ai legali dell’associazione finalmente oggi vede fatta giustizia, anche se forse troppo tardi, dati i tempi della macchina giudiziaria. Il fatto: l’amministratore della Sas V.L. adiva le vie giudiziarie con ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. rappresentata e difesa dall’avv. Francesco Toto. Il Tribunale di Lecce accoglieva appieno la domanda già con sentenza del 7 luglio 2006 confermando quanto la piccola imprenditrice denunciava da tempo, ma inutilmente: la natura prepotente, pretestuosa, illecita e vessatoria della comunicazione del suo nominativo alla CRIF (centrale rischi finanziari presso la banca centrale italiana) ad opera di una banca locale, a seguito e causa della quale era stata costretta a chiudere battenti la sua attività.Nei giorni scorsi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è giunta la sentenza del Tribunale di Lecce n. 2791/2014 del 7 luglio u.s. che segna un punto a favore dei consumatori, oltre che della signora V.L., la quale con la netta condanna dell’istituto di credito al risarcimento dei danni patiti, riconosce il giusto ristoro alla denunciante.I legali dell’associazione, avvocati Francesco Toto e Francesco D’Agata, già da tempo combattono al fianco di imprenditori e piccoli artigiani, famiglie e pensionati, contro il fenomeno dei mutui usurai, truffe assicurative, i bond parmalat, lo scandaloso fallimento Alitalia, i bond argentini, ecc. Oggi un’altra vittoria.