“Il contenzioso che sta nascendo sulla vicenda del transito dei tir nella nostra città, rischia di danneggiare la collettività e di far perdere di vista le soluzioni vere per liberare la città di Messina dalla servitù dell’attraversamento”, dichiarano i segretari generali di CGIL CISL UIL Messina, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania.
“Affrontare il tema – proseguono – del transito dei mezzi, e soprattutto dei tir, dal centro della città è tema annoso, sul quale si sono cimentati tutti circa i danni, gli interessi, le soluzioni.
Bisogna riconoscere che l’ipotesi di impedire e basta, senza alcuna alternativa, il transito dei tir non era mai venuta in mente a nessuno. Con altrettanta franchezza bisogna dire che l’idea è, quantomeno, bislacca. Messina è per fatto naturale interfaccia siciliana per garantire la continuità territoriale tra la parte continentale del nostro paese e la nostra isola (peraltro la più grande del Mediterraneo e con oltre 5 milioni di abitanti), pensare di impedire in questo punto il transito dei mezzi nella fascia oraria tra le 7 e le 21 all’autostrada del mare, vettore tra i meno inquinanti e che toglie molti tir e auto dall’autostrada Salerno – Reggio Calabria, costituisce il tentativo, come dimostrano anche gli argomenti e i toni usati dal Sindaco Accorinti, di condurre ideologicamente, a mo’ di crociata, una battaglia che non si sa o non si vuole condurre in altro modo.
Il nodo vero, come sanno tutti coloro che conoscono il problema, è la realizzazione delle infrastrutture: se la città non ha il secondo porto decentrato e le strade per liberare il centro dal transito dei mezzi che attraversano lo Stretto, non è responsabilità né colpa dei mezzi pesanti e neppure degli armatori pubblici e privati. La responsabilità sta nel non aver realizzato quelle opere. E’ una responsabilità delle classi dirigenti che non hanno trovato le risorse necessarie e non hanno realizzato quelle opere. Oggi, però, la soluzione non può essere ricercata semplicisticamente nell’impedire il transito dei mezzi e neppure nell’isolare il territorio comunale nella fascia oraria che va dalle 7 alle 21. In questa vicenda non una sola parola, una manifestazione, una azione eclatante dell’Amministrazione per rivendicare, ottenere, accelerare la realizzazione del porto di Tremestieri e della via Don Blasco, che dovrebbero essere la priorità nelle politiche di sviluppo e nella richiesta di finanziamento delle opere pubbliche. O anche di soluzioni alternative e originali, se ve ne sono. Le classi dirigenti di oggi devono dimostrare di saper chiedere e ottenere quelle risorse, realizzare rapidamente quelle opere e gestire la fase transitoria individuando soluzioni temporanee condivise, provando magari a coinvolgere nella ricerca delle soluzioni le rappresentanze sociali ed i soggetti portatori di interessi diffusi, se non si vuol restare prigionieri di logiche corporative o di posizioni estreme e ideologiche.
Cancellare l’autostrada del mare o sottoporla a organizzazione e orari che ne compromettono la competitività, non offrire alternative viarie, impedire per tutto il traghettamento l’accesso dei tir alla città e quindi l’impossibilità tra le 7 e le 21 di trasportare, caricare e scaricare merci nel territorio comunale senza che esistano apposite aree di stoccaggio e un’adeguata organizzazione logistica e dimensione d’impresa capace di sopportare questi costi, determina un aumento dei costi produttivi nella nostra città (ma anche di tutte le merci che vengono e partono dalla Sicilia) e la rende un territorio da scartare dal punto di vista di nuovi insediamenti produttivi e dove fanno fatica a resistere quelli esistenti. Si tratta di una pretesa irragionevole che ostacola le attività esistenti e lo sviluppo produttivo senza offrire alcuna alternativa all’assenza di qualsiasi attività.
Adesso siamo ad un bivio – osservano Oceano, Genovese e Catania -: o l’Amministrazione continua nell’errore, ingaggiando un contenzioso irragionevole contro i tir e gli operatori navali, oppure, finalmente, promuove una vertenza, insieme alle parti sociali e alle forze produttive, per il completamento del porto di Tremestieri, l’adeguamento della via Don Blasco e la realizzazione di tutte quelle opere che servono a liberare Messina dalla servitù dell’attraversamento, senza la pretesa di eliminare i tir o i vettori navali. Indossando, questa volta, la fascia tricolore per incalzare le Istituzioni regionali e nazionali inadempienti”.