Egregio Direttore,
in riferimento alla rubrica di Umberto Eco, nel numero dell’Espresso dell’undici luglio scorso, mi preme fare alcune precisazioni per amore di verità.
Sono il sindaco di Castellammare del Golfo (TP) e voglio dire ad Umberto Eco che non esiste, nella mia città, alcuna via intitolata a Telesio Interlandi, noto per le sue teorie sul razzismo e per il suo antisemitismo.
Quanto affermato nella vostra rivista ha suscitato sdegno e indignazione in tutta la comunità cittadina, la cui storia non dice di alcuna simpatia della stessa nei confronti di personaggi come Telesio Interlandi.
A Castellammare esistono attualmente quattro centri di accoglienza per immigrati, che da Lampedusa sono stati accolti nella nostra cittadina con la grande disponibilità di tutti gli abitanti che operano attivamente per favorire l’integrazione di questi immigrati nel tessuto sociale cittadino.
Esiste, in realtà, una via Interlandi dai primi anni del ‘900, intitolata probabilmente al principe Pompeo Interlandi di Caltagirone, morto nel 1866. Qualcuno, evidentemente, si è divertito a mettere in giro una “bufala” che è stata presa in considerazione da giornalisti e grandi intellettuali come Umberto Eco.
Con tutto il rispetto, sarebbe bene, prima di pubblicare certe notizie, fare le dovute verifiche e ricerche. Non si danno notizie che gettano ombre su un’intera città, solo per sentito dire. Del resto Telesio Interlandi è morto nel 1965, mentre la via Interlandi esiste a Castellammare dai primi anni del ‘900. È risaputo che non si possono intitolare strade a persone che sono ancora in vita.
La prego, gentilmente, di volere chiarire la vicenda per rispetto della verità e di un’intera comunità cittadina che si sente ferita dalle affermazioni del professore Umberto Eco.
Ringraziandola per l’attenzione, porgo
Cordiali saluti
Nicolò Coppola