di Roberto Gugliotta
Guardando la televisione locale mi sono trovato nella triste necessità di scegliere è meglio vivere a Piazza Cairoli o al cavalcavia San Raineri? E’ una scelta dolorosa e difficile, che i messinesi si trovano a dover affrontare ricorrentemente. Il sindaco Accorinti sta smentendo le previsioni più nere, nel senso che sta andando ancora peggio di quanto giurassero i pessimisti. Un tempo in riva allo Stretto si trattava di decidere se conveniva stare – e lottare – nella Messinesità da operetta, o trasferirsi nel freddo Nord. Insomma si è trattato di decidere se restare a faticare nella città del sole e dello scirocco – economicamente attardata, non sviluppata – o emigrare. E oggi? Oggi si tratta di decidere se è meglio vivere nell’isola pedonale accorintiana e la trincea anti Tir. In ogni caso si tratta di lacrime e sangue. Altro che benessere e rilancio della comunità. Non facciamo gli ipocriti: siamo tutti, in certe cose, dei conservatori irriducibili. Ci piace la rivoluzione ma senza cambiare le regole, vogliamo le telecamere per organizzare un siparietto non per dire le cose come stanno. Ci piacerebbe però un sindaco che, incontrando le difficoltà le denunciasse esplicitamente chiamando la stampa e la pubblica opinione a suo sostegno. Ci piacerebbe, ma non ci crediamo molto. Perché è meglio lo slogan alla sostanza. Mentre Messina è invasa dai rifiuti Consiglio comunale e Amministrazione litigano per l’isola pedonale: senza vergogna. Le aziende sono costrette a chiudere per mancanza di risorse e progetti e il sindaco decide che la battaglia delle battaglie si deve combattere al cavalcavia San Raineri. Il nostro desiderio di vedere una raccolta dei rifiuti che funziona rischia, ancora una volta, di apparire una illusione o, nel caso specifico, il sogno di una notte di mezza estate. La nostra speranza di ritrovare certezze nella nuova classe dirigente è naufragata con Accorinti sindaco. Un sindaco vero non parla, fa parlare i fatti: specie in una città scartata. Accorinti però ha messo la sua persona al centro della piazza e ha preteso che nessuno parli, tranne lui. Perché lui ha una storia, una fascia, il potere. Certo: certe brutte cose possono accadere ovunque ma litigare per l’isola pedonale o per i Tir mentre la comunità patisce la crisi, la puzza mi sembra davvero per dirla alla Fantozzi “una cagata pazzesca!” …. Vivo a Messina e devo scegliere tra un Consiglio comunale balneare e una Giunta guidata dal Profeta della vanità. A forza di esperienze spiacevoli, alla fine mi ero convinto che, in definitiva, anche la città della bicicletta ha i suoi limiti, le sue difficoltà e i suoi pericoli. Questa volta, neppure il nuovo San Cristoforo, al secolo Renato Accorinti, può aiutarci a scampare. Le strade di Messina sono quelle di sempre, dissestate, malmesse e scivolose. Qualche avvertimento qua e là, qualche striscia bianca in più sull’asfalto, niente di più. E allora, se Accorinti e i suoi specialisti delle strade non possono far altro che risparmiare sulla bolletta dell’Enel, non resta che bussare alla porta del santo protettore degli ultimi: S.E. Mons. Calogero La Piana. Perché mai in una città sempre più caotica la Chiesa dovrebbe fare storia a sé? Eh no, comuni mortali pure loro, patiscono la stessa mia incertezza. Blocchi, divieti, cartelli e vigili urbani suggeriscono a mala pena un buon paio di scarpe adatte alle lunghe marce – da Fartlek Sport ci sono gli sconti – per quanto riguarda le più grandi comunicazioni emerge l’indicazione più semplice: cittadini dello Stretto state a casa!