Come preannunciato nei giorni scorsi, i nostri governanti si sono recati davanti a diverse scuole dello Stivale per manifestare il loro impegno nello specifico settore: strette di mano, frasi a effetto, parole altosonanti, sorrisi, sguardi interessati e orecchie che sembravano in ascolto. Soprattutto il nostro capo del Governo in Sicilia: 150 mila insegnanti precari assunti a settembre dell’anno prossimo -ha promesso-, e poi due mesi di discussione di tutti sulle proposte del Governo per arrivare ad una riforma condivisa da tutti. Per fortuna davanti alla scuola elementare di mia figlia oggi a Firenze non ho trovato nessun governante, altrimenti non so se sarei stato in grado di conservare il mio abituale “aplomb”. Reagisco a posteriori e davanti ad una tastiera e leggendo le agenzie stampa che scorrono sul monitor del mio pc.
Quindi, anche quest’anno niente? Neanche per i provvedimenti d’urgenza. Se ne parla, forse, per l’anno scolastico 2015-2016.
Sempre che le assunzioni previste rispondano a criteri di possibilita’/legalita’ e siano inserite in un contesto di riforma organica e articolata e non siano “un regalo e via” (tipo 80 euro): gradito, per carita’, ma pur sempre come “una rondine che non fa primavera”.
Sempre che i mesi di discussione con l’auspicato coinvolgimento di tutti gli attori e utenti, portino a qualche conclusione organica o non siano un mezzo che serve solo a far bella figura “popolare”. Mi domando: va bene la discussione, ma nel frattempo (lo scrivo da utente dei servizi e non da politico):
– la non-palestra della scuola di mia figlia restera’ sempre una grande stanza dove i bambini stanno uno sopra l’altro, e l’educazione fisica continuera’ ad essere un’ora alla settimana,
– le aule continueranno ad essere anguste e in grado di contenere solo bambini seduti sui banchi,
– i supporti informatici saranno sempre una sorta di giocattolo,
– le ore alternative a quella di religione continueranno ad essere solo momenti in cui i bambini vengono parcheggiati altrove a giocare per conto proprio,
– i bambini, dopo otto ore a scuola, continueranno ad avere compiti a casa e nei fine settimana,
– la mensa continuerà a proporre piatti che buona parte dei bambini non mangia (controllate i rifiuti a fine giornata e vi spaventerete),
– l’educazione musicale continuera’ ad essere ridicola e marginale …. ogni utente avrebbe qualcosa di specifico e generale da aggiungere… ma forse se ne parla nel prossimo anno scolastico. Proprio come ci avevano detto l’anno scorso e l’anno prima ancora, pur senza pesanti e importanti presenze governative davanti alle scuole nel giorno della riapertura: un ministro di quà, un assessore regionale o comunale di là. Insomma tutti coloro che nel mondo della politica, per poteri decisionali e/o amministrativi, hanno ritenuto opportuno o doveroso farci credere che eravamo alla vigilia di una svolta epocale. Oggi, il nostro capo del Governo ha detto: “Adesso si fa sul serio!”. E fino a oggi, gli altri avevano scherzato, pur dicendo -più o meno- le stesse cose, pur essendo della medesima parte politica del nostro presidente del Consiglio dei ministri?
Bah! Intanto attrezziamoci per la riduzione del danno su noi stessi e, soprattutto, sui nostri figli.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc