La sanità vista dai siciliani

Cittadinanzattiva ha presentato a Palermo il rapporto di Audit Civico sull’Assistenza Domiciliare Integrata del SSR. Momento centrale della conferenza la "Raccomandazione civica" su ADI e Innovazione, che costituisce l’esito dell’indagine svolta da Cittadinanzattiva sulla qualità delle prestazioni erogate dalla medicina del territorio. Nel report di questa analisi comparata tra le nove aziende sanitarie provinciali, si evidenziano i punteggi conseguiti da ciascuna azienda in relazione alle valutazioni delle équipe locali (benchmarking). Questa modalità di rilevazione dei dati ha permesso alle singole equipe miste di elaborare il “Piano di miglioramento” per adeguare le realtà che hanno presentato livelli insufficienti, mentre le realtà più virtuose vengono identificate nell’Audit come modello di “Buone pratiche”, esemplari e da estendere a tutto il territorio siciliano. "L’obiettivo non è quello di fare una ‘pagella’ delle strutture – ha spiegato il segretario di Cittadinanzattiva Sicilia, Giuseppe Greco – ma di fornire a ciascuna azienda la possibilità di posizionarsi rispetto al quadro regionale e capire quali possono essere i propri margini di miglioramento". A questo scopo su ogni grafico del rapporto sono state colorate in verde le tre migliori performance e in rosso le tre peggiori, indipendentemente dal punteggio maturato, proprio con lo scopo di evidenziare, in termini comparativi, il posizionamento e i divari potenzialmente colmabili. Inoltre, per ogni fattore e livello è stato calcolato il valore medio tra tutte le aziende sanitarie, che consente di leggere, in termini assoluti, le performance del Servizio Sanitario Regionale.
Di seguito la sintesi dei dati ottenuti su alcuni dei fattori analizzati.

Livelli di attività: tutti i livelli prestazionali (I; II°; III° Livello; Cure palliative e Malati terminali) nel 2012 risultano in aumento rispetto al 2011 in termini di domanda nelle diverse realtà territoriali . Si rileva però un deficit da colmare in ordine al coordinamento tra le Aziende e le organizzazioni erogatrici, individuate attraverso i bandi concorsuali. Gli utenti sono per il 90% ultra65enni, con una presenza femminile pari al 60%.
Tempi di attesa: variano dall’intervento che viene erogato entro la prima giornata fino ad un massimo di 8/12 giorni. La media complessiva si aggira attorno ai 4 giorni, tempi che scendono quando viene isolato il dato relativo alle cure palliative e ai malati terminali (1-2 giorni di media di attesa).
Accesso al servizio: viene raggiunto un punteggio medio di 73/100. Note particolarmente positive per Ragusa, Palermo e Siracusa. Si coglie una generale tendenza all’aumento dei Punti Unici di Accesso (PUA), ormai presenti in tutte la ASP, e risulta complessivamente adeguata la presenza delle Unità di Valutazione Multidimensionali (UVM). Sulla modalità di attivazione presentano alcune criticità Enna e Catania.
Presa in carico: Il Punteggio medio è pari a 75/100, ma con punte critiche in diversi distretti messinesi e catanesi. L’attenzione al dolore e la sua misurazione, fattori considerati decisivi per valutare la qualità del servizio, risultano pressoché carenti un po’ ovunque, con eccezione della ASP Ragusa e del distretto di Siracusa.
Le procedure per la gestione delle Piaghe da decubito invece sono previste in quasi tutti i distretti osservati, e sostanzialmente buona risulta la collaborazione tra le aziende e le famiglie degli assistiti in merito alla definizione del Piano Assistenziale Individualizzato (PAI).
Equipe assistenziale: punteggio medio 64/100. Il rapporto evidenzia la necessità di articolare meglio le equipe, migliorando aspetti come la reperibilità.
Quanto al grado di coinvolgimento del Caregiver (familiare individuato per i rapporti con l’equipe), i diversi servizi mostrano un panorama assai disomogeneo: bene le ASP di Agrigento e Messina, male Siracusa.
L’istituzione di un case manager (membro dell’equipe assistenziale delegato a intrattenere i rapporti con la famiglia dell’assistito in modo continuativo) mostra numerose eccellenze (ASP di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa), ma anche situazioni critiche (ASP di Messina, Catania e Siracusa).
Formazione e comunicazione (sono fattori che riguardano direttamente le ASP e non i singoli distretti, a differenza dei fattori precedenti): punteggio medio 54/100. La comunicazione via web è il punto più critico, con siti privi di informazione e raramente aggiornati), così come carente è il materiale informativo cartaceo presso i servizi. Si tratta di un valore complessivamente critico nell’Audit effettuato (con poche eccezioni interessanti come ASP di Caltanissetta, Catania e Trapani). Quanto alla formazione, metà delle ASP raggiunge un punteggio mediocre, con Siracusa che si attesta su livelli scarsi. Caltanissetta e Messina presentano risultati migliori.
Anche il monitoraggio rappresenta un fattore critico per la Sicilia (punteggio 54/100). Se Caltanissetta soddisfa tutti gli standard, Agrigento e Trapani hanno una performance negativa, mentre Messina non soddisfa alcuno standard.

"Il servizio di Adi – dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – è un servizio decisivo, non tutti i cittadini possono usufruirne con una qualità degl standard soddisfacente. C’è ancora molto da fare, non solo sul territorio regionale ma anche a livello nazionale, sia per assicurare la copertura, sia sul versante degli standard qualitativi". "Dopo aver lavorato nel monitoraggio – prosegue Gaudioso – ci aspettiamo di dare seguito a questo percorso progettuale. Il sistema sanitario nazionale si basa sulla fiducia. Il rapporto tra cittadini e istituzioni deve essere vissuto come un patto – conclude Gaudioso – dove ciascuno svolge un ruolo e un compito responsabile. Mettere il cittadino al centro del sistema non è una considerazione teorica ma materiale, che ha a che fare con il quotidiano".

"Il punto di forza del servizio di ADI, che rientra nei LEA (livelli essenziali di assistenza, ndr – dichiara l’assessore Lucia Borsellino – è la presenza garantita in maniera omogenea sul territorio regionale. Il servizio ha un buon grado di accessibilità e tutte le aziende intervengono in maniera strutturata sul territorio". Il rapporto costituisce un nuovo strumento di lavoro che consente una partecipazione attiva dei cittadini. "La valutazione qualitativa dei servizi – prosegue l’assessore – mostra alcune criticità sui cui occorrerà intervenire: ad esempio, il sistema della comunicazione tra i servizi sociali e sanitari ed una maggiore integrazione tra i livelli di responsabilità istituzionale nel percorso di cura dei pazienti". "Oggi – continua Lucia Borsellino – le aree sulle quali intervenire sono molteplici: dalla salute mentale, ai minori, alla disabilità. I due assessorati regionali (Famiglia e Salute) – conclude l’assessore – hanno già definito le condizioni per una programmazione congiunta. Nei prossimi giorni saremo operativi nella disabilità e nell’area delle dipendenze".