Ogni inizio d’anno scolastico puntualmente compaiono le solite riflessioni sul proprio operato, in particolare sull’opportunità o meno della “buona battaglia” del cristiano, in pratica si tratta delle solite tentazioni che periodicamente colpiscono ogni cristiano. Allora s’innesta lo scoraggiamento, l’ira, l’invidia, la pigrizia, la superbia. Il principe del male cerca di convincerti che è meglio rinchiuderti nel privato, disinteressandoti dei grandi interrogativi della vita, delle grandi questioni del mondo, della tua vita peccaminosa, della tua crescita spirituale. A conclusione di tutto questo ritorna alla mente la solita frase: “ma chi te lo fa fare?”. Proprio sul tema delle tentazioni, in questi giorni ho iniziato a leggere qualche capitolo del libro di padre Livio Fanzaga, “Catechesi giovanile. Le tentazioni”, Sugarcoedizioni (2013), e per superare le sirene della tentazione, l’ho iniziato proprio domenica scorsa, durante i sessanta minuti di veglia in piazza XXV Aprile a Milano per la manifestazione contro il ddl sull’omofobia, delle Sentinelle in piedi. Il testo pubblicato dalla casa editrice milanese raccoglie un ciclo di incontri che il direttore di Radio Maria, tiene ogni venerdì sera ai giovani nella sede della radio a Erba. Naturalmente, scrive Maria Luisa Cigada, nella presentazione: “la forma scritta, perde molto della vivacità con cui l’autore espone il tema: nel corso di ogni incontro, nelle parole di Padre Livio affiorano ricordi personali, aneddoti, battute, scintille d’ironia (…)”. Padre Livio magistralmente, rende attuale un argomento che potrebbe essere inattuale, se consideriamo il silenzio in cui è relegato dalla pastorale ordinaria e in particolare dalla formazione giovanile. Del resto l’argomento è ben presente nella Sacra Scrittura e nel Magistero della Chiesa. Possiamo dire che è centrale per ciascun singolo uomo e nella storia della propria salvezza. L’esperienza della tentazione, del peccato, tocca tutti, e soprattutto l’esperienza dell’infelicità che ne deriva e il pericolo mortale.
Padre Livio con i suoi giovani affronta tutti i temi classici della teologia cristiana, il mistero angoscioso del male, di satana, dell’impero delle tenebre. Dell’infinita e sconfinata misericordia di Dio, che Egli ci offre continuamente, “della positività che Dio conferisce persino alle nostre cadute, dell’accompagnamento di Maria nelle nostre perigliose vicende”. L’esperienza della tentazione la fanno tutti, perfino Gesù che peraltro, inizia la vita pubblica nel Vangelo proprio con la tentazione. Sono tante le tentazioni, la “più perniciosa è quella di non rispondere ai grandi interrogativi – perché sono al mondo? Qual è il senso della vita? -, di rimuoverli e di afferrare qua e là come dei cani gli ossi che il mondo getta alla rinfusa, vivendo alla giornata”. Anche i santi furono continuamente tentati fino al momento della morte. Per esempio, Santa Caterina mentre era in agonia, confidò al suo confessore, il beato Romualdo da Capua, che satana le insinuava il pensiero che tutto quello che aveva fatto, lo aveva fatto per la sua gloria e non per quella di Dio.“Satana – scrive padre Livio – studia le sue potenziali vittime ed è molto sottile: come il pescatore che prepara l’amo adatto per i pesci che vuole catturare, così satana personalizza il suo attacco”. Il demonio è anche un cacciatore che prepara le trappole con intelligenza e ingegno. Ma le tentazioni non vengono solo dal demonio, ma anche da noi stessi, dalla nostra fame di mondo, dal male che fermenta in noi. E’ importante che noi risvegliamo la vera visione della vita alla luce della fede. Quanti sono oggi i giovani che sprecano la loro vita, come se non avesse un senso e un fine, e molto spesso addirittura senza programmi e obiettivi immediati. Perché siamo stati creati da Dio? “Noi stiamo al mondo per cercare Dio, scoprirlo, conoscerlo, amarlo e servirlo, e infine per partecipare con Lui alla gioia eterna del Paradiso”. Non dobbiamo avere paura di parlare del Paradiso sostiene padre Livio nelle sue catechesi ai giovani e soprattutto lo dice ai suoi confratelli, ai preti. Del resto ciò che desidera l’uomo è essere pienamente felice. “In cielo c’è la gioia”, ha detto la Regina della pace a Medjugorje. La nostra vita è il tempo della prova e noi dobbiamo decidere con chi stare. E’ il dramma della libertà: decidere di andare verso Dio o di allontanarsi. E’ la storia delle due bandiere di S. Agostino. E qui spunta la tentazione, molto sottile di satana. La tentazione più frequente di satana che ci rivolge è quella che senza Dio si vive meglio, “decidi tu quello che è bene e quello che è male”, “satana ti fa balenare l’inganno di false gioie, ti propone altri paradisi artificiali, e così ti rovina”, scrive padre Livio. Ti presenta il male come una via di autorealizzazione verso una vita più libera e più felice: in pratica come succede a Pinocchio nel Paese dei balocchi. Per padre Livio il libro di Collodi, che ha studiato presso gli Scolopi, è fondamentale per farci capire la strada da non intraprendere, “il Paese dei balocchi, è la descrizione perfetta delle astuzie, delle promesse e delle lusinghe di cui si serve satana per tentarci. E’ il risultato dell’avere ceduto alla tentazione è che Pinocchio si trova in un paese di somari e diventa lui stesso somaro”. Sostanzialmente capita la stessa cosa ai giovani di oggi, gli propongono una vita come il Paese dei balocchi, dove non ci sono impegni, dove ci si diverte ininterrottamente, dove si è in una allegria e numerosa compagnia. “Dove si impara a ragliare”. Una vita da “notte bianca” continua. Cosa dobbiamo invece proporre? Coltivare la nostra intelligenza e fare attenzione a ciò con cui la nutriamo. Attenzione, dunque, alle letture cattive, conversazioni cattive, spettacoli cattivi. Satana ci rende schiavi, solo Dio ci rende liberi. Satana ci deruba, vuole farci credere di essere il nostro benefattore, perché ci illude di liberarci dai vincoli opprimenti della religione e della morale, di farci vivere “senza complessi”. Contro il tentatore occorre vigilare, pregare e digiunare, scrive padre Livio, del resto è la ricetta della Madonna a Medjugorje. Certamente possiamo cadere nelle tentazioni, abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra, ma con la grazia del Signore possiamo risollevarci, basta volerlo. Dio non abbandona mai il peccatore, dà sempre una opportunità.
Le tentazioni si possono vincere, ci sono tanti mezzi, è la Madonna stessa che con tanta pazienza da oltre trent’anni a Medjugorje ci ripete le stesse cose, “ci raccomanda di convertirci, di pregare, di digiunare, di seguire suo Figlio, di confessarci”. Conosce la nostra fragilità, la nostra debolezza, sa che da soli non ce la facciamo.
Occorre superare la tentazione dell’incredulità. “E’ fondamentale scoprire con il discernimento l’inganno in cui satana vuole farci cadere: quando la tentazione è scoperta, è molto più facile resistere”. Ma per imparare a esercitare il discernimento, occorre un lungo esercizio, allenamento. Oltre all’incredulità nella fede, “L’altra grande tentazione di oggi – per padre Livio – è la delegittimazione della Chiesa e del Papa (…) Bisogna stare in guardia e non lasciarsi trascinare dall’ondata di calunnie che si riversa come fango su tutta la Chiesa”, e proprio in questi giorni è fortemente presente questo tipo di tentazione che sicuramente farà tanto male all’unità dei cattolici con Pietro e la sua Chiesa.
DOMENICO BONVEGNA
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