Trentun anni di creatività, un metro e settantasei di fantasia, grandi occhi scuri che non nascondono la cocciutaggine e la passione per il suo mestiere. Lei è l’illustratrice Amalia Caratozzolo – www.amaliac.com – siciliana di nascita e romana d’adozione, che adora la stampa artigianale, le barbie e i film dell’orrore. Da piccola era una vera peste, si calmava solo quando prendeva in mano matite, colori a cera e pennelli. Disegnava e dipingeva su qualsiasi superficie avesse a portata di mano, compreso il faccino della sorella minore. Così, nel 2001, la famiglia la spedì con posta prioritaria a Roma. E nella capitale si è diplomata prima in Fumetto e poi in Illustrazione. Oggi è più che una promessa del panorama artistico italiano. Nel suo curriculum annovera mostre personali e collettive, vari lavori di illustrazione e grafica nel mondo dell’editoria, una docenza all’Istituto Europeo di Design di Roma e una collaborazione con il Corriere della Sera.
Amalia tutto quello che è giusto conoscere di te…?
È cosa buona e giusta sapere che sono siciliana, amo moltissimo il mare e il mio lavoro. Non azzecco mai un proverbio.
Dove credi che saresti se non avessi incontrato l’arte?
Forse sarei barricata in un ufficio o a casa a preparare manicaretti per il mio caro marito di ritorno dal lavoro tra un aspirapolvere e un cambio di pannolino. Ma per fortuna non è andata così…
Come dipingeresti la nostra Italia?
Dipingerei uno stivale col tacco rotto.
Cosa stai inseguendo in verità?
La risposta è dentro di te e però è sbagliata! Mi appello alla religione di Quelo!
Cosa hai imparato dalle sconfitte?
Dalle sconfitte si impara molto. Ho imparato a risorgere come una fenice e a ricominciare. Credo che, soprattutto dopo una sconfitta, non ci si debba mai arrendere, ma piuttosto essere più forti e combattivi di prima.
Tu vieni dalla Sicilia, vivi a Roma… ti senti una emigrante o semplicemente una che ha fatto una scelta di vita?
Direi tutte e due le cose. Sono venuta qui a Roma per studiare, soprattutto nel campo artistico a Messina e in generale nel meridione, purtroppo le scelte sono molto limitate. Allo stesso tempo la città che meglio si sposa con la mia personalità è sicuramente la metropoli. Anche se Roma resta una città provinciale, per molti aspetti. Sono qui ormai da dodici anni, è un luogo che ho amato e che amo moltissimo… ma chissà, non metto limite alla provvidenza!
Cosa vuol dire essere in competizione…?
Se la competizione è una sana competizione, penso che sia una cosa positiva. Credo che possa servire da stimolo a perfezionare il lavoro e il proprio percorso professionale. Del resto, al mondo ci sarà sempre qualcuno più capace di te, e questa è una cosa bella, è qualcosa che ti spinge a evolverti, a non fermarti mai e a cercare nuove soluzioni.
Il valore dell’amicizia secondo te?
Per me l’amicizia ha un valore importantissimo, si dice sempre che “I fidanzati se ne vanno mentre gli amici restano…” E magari è la volta buona che azzecco un proverbio!
Dal disegno ai libri… un passo difficile?
Per me il passaggio è stato abbastanza immediato. Un incontro fortunato fa si che io pubblichi il mio primo libro all’età di 18 anni, ancora prima di frequentare l’Istituto Europeo di Design dove mi sono diplomata nel 2007. Il neonato libro “William Puntasecca e la magica fonte della non estinzione” fu edito dalla casa editrice Anicia, con cui ancora oggi ho il piacere di collaborare. È un lavoro vecchio, ma a cui sono molto affezionata perchè segna l’inizio del mio percorso professionale. Anche l’ultimo “Regine della scienza” di cui ho curato oltre che le illustrazioni anche la grafica e l’impaginazione è edito dalla medesima casa editrice. Sicuramente accompagnare con un immagine il testo, è un lavoro diverso rispetto a quello di creare un’immagine che viva di vita propria, che anche senza il racconto, racconti. Due cose completamente differenti, ma per me entrambe assolutamente stimolanti.
Il tuo stile è molto particolare sembra quello adatto per un film fatto di immagini, emozioni, stati d’animo….
Credo che ci sia molto di me nel mio lavoro, anche nei lavori su commissione. Mi fa molto piacere che questo venga percepito. Il cinema… la mia seconda passione!
Parliamo di progetti: c’è una cosa che vorresti fare su tutte?
Fremo all’idea di creare un’illustrazione per una locandina cinematografica, magari un bell’horror americano o spagnolo.
Quanta creatività occorre per passare all’incasso con il successo?
Purtroppo non credo sia solo una questione di creatività. Ci sono moltissimi illustratori davvero bravi che però non sono riusciti a fare di una passione un mestiere. Credo che ci voglia creatività sì, ma molto carattere e altrettanta tenacia e perseveranza. Anche un pizzico di fortuna non guasta mai!
Un personaggio pubblico difficile da mandare giù…?
Non saprei, al momento sono davvero troppi quelli difficili da mandare giù.
E quello più cult?
Sicuramente Franca Leosini. Una donna e una professionista pazzesca, che ammiro moltissimo.
Una copertina di libro che vorresti realizzare?
Una copertina della Chroniclebooks sarebbe il massimo! È una casa editrice californiana, la mia preferita.
Una bugia intelligente…?
Più che le bugie, direi che intelligenti sono le omissioni: a esempio io non confessarei mai un tradimento amoroso.
Una provocazione intelligente…?
Sono più brava con le omissioni!
La cosa peggiore che una donna può dire a un uomo?
Le donne sanno essere estremamente pungenti, sono troppe le cose terribili che si possono dire a un uomo! Mi fai una domanda difficile, perchè parte del mio lavoro, quello più d’autore, è estremamente legato ad un universo femminile che cerca disperatamente un incontro con quello maschile. Facciamo così… rispondo alla tua domanda, spero in maniera esaustiva, con un estratto del mio progetto di tesi, un libro illustrato di satira dal titolo “Pene d’Amore” Il libro nero degli ex. E’ un lavoro composto da una serie di schede, profili, di ex fidanzati. Per IMG Press il profilo di “Giuda”, uno di quegli uomini che si fanno amare tanto, di un amore contorto. Quelle storie che un pò ti logorano che tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita…