A sole quarantott’ore di distanza dalla storica sentenza della Corte di giustizia europea, che ha bocciato definitivamente il principio di discriminazione tra il personale di ruolo e precario della scuola, assistiamo al primo effetto positivo sul trattamento dei supplenti: la rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’ annuncia che “anche i precari si potranno candidare in occasione del prossimo rinnovo delle Rsu della scuola”, spiegando anche che stiamo assistendo ad una “ulteriore vittoria” di chi, come l’Anief, ha sempre sostenuto questa causa.
“La notizia – spiega la testata – ci arriva direttamente dall’ARAN, dove oggi si è svolto un incontro con i sindacati per definire nuove regole per le elezioni RSU: verrà formalizzata nelle prossime ore o nei prossimi giorni, noi ve la diamo in anteprima. I sindacati avrebbero trovato un accordo per quanto riguarda le elezioni RSU, si potranno candidare i precari, senza distinzione tra 30 giugno e 31 agosto. Un’altra vittoria per il precariato, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea di giorno 26”. La novità, in pratica, è che nelle liste dei candidati che si presenteranno negli istituti scolastici dal 14 gennaio al 3 febbraio 2015, potranno essere inclusi anche i lavoratori precari.
“La decisione presa all’Aran – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – di permettere al personale non di ruolo di essere collocato tra i titolari di elettorato passivo rappresenta un’importante presa d’atto da parte degli altri sindacati di come sia mutato in meglio il quadro di collocazione e di trattamenti del personale precario: l’Anief aveva rivendicato questa posizione un mese fa, a poche ore dalla firma, sempre all’Aran, del protocollo del rinnovo delle rappresentanze sindacali della scuola. Nel quale si annunciavano le modalità che dal 3 al 5 marzo prossimi avrebbero portato al voto delle nuove Rsu circa un milione di docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola”.
“Anche questa volta – continua Pacifico – ci siamo ritrovati soli a condurre la nostra battaglia di diritti a favore dei precari. Abbiamo quindi approfondito gli aspetti giuridici, fino a chiedere formalmente all’Aran ‘che ai fini dell’elettorato passivo possa essere votato anche il personale a Tempo determinato con incarico annuale o fino al termine dell’attività didattica nel rispetto delle direttive UE 70/99 e 14/02, dell’art. 27 della CEDU. Ora, a pochi giorni distanza, tutte le parti, pubbliche e sindacali, hanno preso atto che non è più possibile discriminare i precari nei contratti o negli accordi sindacali”.
“Del resto – dice anche il sindcalista Anief-Confedir – non avrebbe avuto più senso costituirsi nei tribunali italiani per difendere il personale precario e poi impedire agli stessi lavoratori il pieno diritto al voto, come riconosciuto dalla direttiva 14/2002 e dalla sentenza della Corte Europea Association dé mediation 2014. Finalmente, però anche i sindacati si sono svegliati, dopo la nostra denuncia, a dieci anni dall’approvazione del decreto legislativo 368 che recepisce la direttiva 70/1999 sulla parità di trattamento tra personale di ruolo e a tempo determinato. Proprio come indicato dalla Curia di Lussemburgo appena due giorni fa”.
Per un giudizio completo sull’accordo Aran-sindacati che dà il via libera ai precari, l’Anief tuttavia preferisce prima prendere visione del testo sottoscritto. Non si hanno conferme, ad esempio, sulla possibilità che tra l’elettorato “attivo” siano presenti anche i supplenti brevi. Se ciò non dovesse realizzarsi, infatti, il giovane sindacato conferma che si batterà sino all’ultimo per la loro inclusione nelle liste degli aventi diritto al voto, sempre nel rispetto delle direttive UE 70/99 e 14/02, dell’art. 27 della CEDU”.
Il giovane sindacato, però, non si ferma qui. “A questo punto, chiediamo al Governo e al Parlamento di approvare con celerità una norma che garantisca una parità di trattamento tra lavoratori di ruolo e precari a trecentosessanta gradi: in modo che non vi siano più differenze sul calcolo delle ferie, dei permessi, delle malattie e altro ancora. Il passaggio successivo sarebbe quello di includere quindi i precari negli organici di diritto delle scuole. Si tratta di un passaggio importante, perché, tra l’altro, permetterebbe di recuperare un buon 15 per cento di distacchi sindacali, oggi – conclude Pacifico – ridotti all’osso dalle ultime disposizioni imposte dalla rigida spending review”.