Il male quotidiano: La marketta dello Stretto

C’è stata una arbitraria esclusione. E’ una manovra della lottizzazione. C’è stata (e tuttora c’è) una congiura contro la città che poi è la loro città – bottega. Se ci pensate, essere o farsi passare per martire è un vero e proprio affare da queste parti. Se io sono un martire, se sono un perseguitato, vuol dire che sono molto, ma molto importante. Gli altri, che pure dovrebbero avere il loro daffare quotidiano, trascurano famiglia e lavoro per perseguitare me. Inoltre, se non bastasse, se un politico è un perseguitato, una vittima, non ha colpa di nulla. Non gli si può chiedere niente. Se la viabilità è off limits, se la spazzatura è cara, se l’acqua non arriva o sgorga torbida, se i centri commerciali hanno fatto chiudere moltissimi negozi, se la mafia prospera nelle attività dall’apparenza lecita, se le fabbriche chiudono i cancelli. L’amministratore martire e perseguitato, non deve dar conto di alcunché. E infatti – da bravi servi della gleba – ai nostri bravissimi martiri nessuno presenta mai il conto per i danni provocati alla città. Nessuno penserà mai di dare il benservito alle prime consultazioni utili, nessuno gli volterà le spalle. Non sia mai detto che mandando gli incapaci a casa, arrivi poi uno, se non bravissimo, almeno capace.