L’incessante opera di cambiamento della scuola italiana a seguito dell’operato dell’Anief continua a portare risultati. Dopo aver incassato dalla Corte di Giustizia europea lo storico risultato del riconoscimento di parità di diritti tra il personale di ruolo e precario, che d’ora in poi potrà essere assunto qualora impegnato per oltre 36 mesi di servizio su posti vacanti, il giovane sindacato riesce a rendere abilitante il diploma magistrale sbloccando in questo modo il diritto all’assunzione di decine di migliaia di supplenti. Ma anche, notizia delle ultime ore, permettendo a decine di migliaia di maestri di scuola dell’infanzia e primaria già di ruolo di accedere al trasferimento, all’utilizzazione o all’assegnazione di sede provvisoria, avvalendosi del titolo ritenuto oggi finalmente utile all’insegnamento.
A pagina 6 dell’Ipotesi di Contratto di Mobilità del prossimo anno scolastico, sottoscritto venerdì scorso tra la parte pubblica e le organizzazioni sindacali, nell’articolo 3, dedicato alla Mobilità professionale dei docenti di ruolo, viene riportata la nota (1) attraverso cui si specifica che “Conservano valore di abilitazione all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria i titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, entro l’anno scolastico 2001/2002, ai sensi del D.M. 10/3/1997”. La novità del testo, che ora sarà trasmesso alla Funzione Pubblica per poi essere subito dopo sottoscritto in via definitiva, è che il diploma magistrale sarà utile anche per la richiesta di passaggio di ruolo verso l’infanzia.
“Si tratta del passaggio finale di una vertenza in cui abbiamo sempre creduto – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché circa 45mila diplomati magistrali per troppi anni sono stati tenuti ingiustamente sotto scacco, lontani dalle GaE. Altre decine di migliaia di maestri, già di ruolo, invece sono stati impossibilitati di spostarsi di ruolo, perché il loro titolo veniva ritenuto illegittimamente non abilitante. Ora, però, giustizia è fatta”.
“A chiarire senza appello la questione è stato il Consiglio di Stato, il 5 giugno 2013, con parere 3813 – ricorda l’avvocato Tiziana Sponga -: parere che è stato successivamente recepito attraverso il decreto presidenziale del 25 marzo 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 maggio successivo: da questi provvedimenti si evince che il diploma magistrale conseguito fino al 2001 è abilitante a tutti gli effetti”.
Anche il Miur ha preso atto di tale orientamento. Tanto è vero che nei recenti corsi di sostegno agli alunni disabili, riservati a personale precario e di ruolo già abilitato, ha incluso il diploma magistrale tra i titoli utili all’accesso al test preselettivo (D.M. n. 832 del 10 novembre scorso). Ma soprattutto, pochi giorni prima, il 22 ottobre scorso, ha disposto un’ordinanza (la n. 4834/2014), sempre su ricorso Anief, attraverso cui il diploma conseguito alle magistrali è stato ritenuto valido per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. Annullando, di fatto, la sentenza breve negativa del Tar Lazio, e “bacchettando” lo Stato che per 13 anni li ha esclusi dalle assunzioni a tempo indeterminato.
“Presto più di 4mila ricorrenti che si erano rivolti al sindacato – continua il legale che opera per Anief – potranno finalmente accedere alle graduatorie ad esaurimento e puntare all’immissione in ruolo, a seguito dello svuotamento delle GaE auspicato dal Governo e previsto anche dalle 148mila assunzioni di nuovi docenti incluse nella Legge di Stabilità 2015. È bene ricordare, tuttavia, che il passaggio dalle graduatorie d’istituto a quelle ad esaurimento non è estensivo a tutta la categoria: trattandosi di una sentenza del Consiglio di Stato, non di un’espressione della Corte Costituzionale, i benefici derivanti vengono assorbiti con certezza solo dai ricorrenti. Per avere la certezza dello stesso trattamento – conclude Sponga – è bene che quindi tutti procedano alla presentazione dei ricorsi individuali”.