Se l’83,5% dei vigili urbani non si presenta in servizio, per il Capodanno di Roma Caput Mundi, con tutti i giustificativi del caso, allora è giunto il momento di sciogliere il Corpo di Polizia Locale. Se su 900 vigili previsti se ne presentano 165, vuol dire che occorre riprogrammare dalle fondamenta il Corpo: abrogarlo e definire nuovi assetti. Stessa sorte dovrebbe toccare all’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici romani, che alla prova dei fatti, 7 autisti presenti su 24 sulla linea A della metro, ha creato non pochi disservizi. Cambiare la legge sul pubblico impiego, come prevedono il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la ministra Marianna Madia? Vorremmo ricordare che esiste da un anno e mezzo il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici nel quale sono fissati i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta, rispetto della legge ed esclusivo perseguimento dell’interesse pubblico che i dipendenti pubblici sono tenuti a osservare. La Capitale ha bisogno di una rivoluzione nell’approccio con i servizi che fornisce. Prendiamo, ed è proprio il nostro caso, il servizio di trasporto pubblico. Una parte del servizio la svolge l’Atac, l’altra una consorzio misto. Risultato di gestione? Un kilometro percorso da una vettura Atac costa 7,33 euro mentre quello del consorzio arriva a 2,63 euro. Praticamente un terzo! Cosa si otterrebbe con la liberalizzazione del servizio? Un risparmio di circa 800 milioni che potrebbero servire a ridurre l’addizione Irpef, che è tra le più alte d’Italia. Dopo queste prove, che aspetta il Sindaco Marino?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc