di ANDREA FILLORAMO
E’ molto difficile riflettere sui tragici eventi e sulla disumana barbarie di Parigi, tuttavia, superando, per quanto possibile, la reazione emotiva provocata da tre giovani “terroristi” che si professavano “musulmani”, che hanno provocato tanto “terrore” e tanto “sangue”, occorre ragionare. Lo facciamo, non per “assolvere” chi si macchia di così gravi “misfatti”, ma solo per cercare di capirne di più, sapendo, tuttavia, che, in questi casi, è facile, anzi è doveroso “condannare” ma è difficile “capire” quel che è avvenuto. Lo facciamo, solo indicando un “percorso”, che a mio parere, può essere seguito nella ricerca di un approfondimento ulteriore, sulla religione islamica, sull’integralismo non solo quello islamico ma anche quello cattolico, sul concetto di laicità e modernità.
I musulmani nel mondo sono circa un miliardo e trecentomila, il che fa dell’Islam la seconda religione più diffusa nel mondo. Essi sono in Iran, in Turchia, in diversi paesi africani, presso alcune popolazioni dell’Asia centrale, in Afghanistan, in Pakistan, in India, in Cina, in Malesia, in Indonesia e nelle Filippine. Essi si trovano ovunque e, sono presenti nell’America stessa, dove sono sei milioni, quanti sono gli ebrei. Sul territorio americano ci sono 1.400 moschee, una si trova persino nella base navale di Norfolk. Essi, inoltre si trovano in virtù dell’emigrazione, dovuta alle guerre e alla fame, forse provocate da noi, in quasi tutti i paesi europei, inclusa l’Italia. L’Islam si pone per definizione come l’ultima e definitiva religione rivelata, quindi come "sigillo" delle religioni monoteistiche. Ma proprio per questo motivo sia ebrei sia cristiani vengono definiti dall’Islam "genti del Libro" e vengono rispettati e tollerati in quanto possiedono un” Libro rivelato”. Nei confronti delle altre religioni, invece, l’atteggiamento dell’Islam è stato spesso meno aperto: la nozione di “gihad”, originariamente intesa come sforzo contro i politeisti, è stata interpretata da alcuni movimenti estremistici come uno sforzo contro chiunque non appartenga all’Islam. Questi dati, se ben considerati, non ci trascinano a visioni parziali della realtà, non ci concedono di essere ostaggi della retorica a cui ricorre chi è a corto di idee per riempire il silenzio di sbigottimento, davanti ai sanguinosi fatti di Parigi a opera di fanatici che si professano seguaci di Maometto, dando spazio a una guerra di religione fra cattolici e islamici, che non esiste, né deve esistere. Esiste, però, una “ liaison” ideologica fra “fanatici” integralisti”, presenti in ambedue i fronti, che nulla hanno a che fare con le religioni, alle quali dicono di appartenere. L’integralismo islamico, infatti, o meglio l’"Islam radicale" o "Islam militante" si è affermato in questi ultimi decenni. Da tener presente che, in ambito islamico, per la mancanza di una Chiesa docente, il fedele musulmano è autorizzato a dare un’interpretazione personale dei testi sacri (Corano e Sunna), pur condotta in stretta connessione con la tradizione ininterrotta degli studi di "scienze religiose" prodotti in 14 secoli di lavoro esegetico. L’Islam "radicale" ha dato negli ultimi decenni nuova spinta a un’autonoma re-interpretazione della Tradizione islamica, ripudiando ciò che essa definisce "moderatismo" delle gerarchie informali religiose, dalle frange più estremistiche accusate di complicità col potere costituito nel mondo islamico, avvertito in gran parte come fortemente autoritario, se non addirittura dittatoriale, e accusato di complicità con l’Occidente agnostico o ateo che consentirebbe, per suoi concreti vantaggi, a quei regimi di sopravvivere. L’ “integralismo cattolico”, è formato da “tradizionalisti” che, pur con diverse sfaccettature, fanno riferimento ai “testi sacri”, o ai “documenti pontifici”, ritenendoli “ cristallizzati”, “ “immobili” e mirano ad applicarli compiutamente al singolo e alla collettività, proprio come fanno gli islamici circa il “Corano”. A questo scopo essi tendono a eliminare il pluralismo, rigettando le idee differenti. Tentano, perciò, vecchie “esegesi”, scrivono libri, mettono “in modo capzioso” un papa contro un altro, rivelano “segreti” della Madonna, annunciano miracoli, cercano “alleati” fra i cardinali e i vescovi che non fanno parte della loro “schiera”, che non è difficile trovare, si professano “cattolici, apostolici, romani”, ubbidienti, quindi, al Papa, anche se non lo sono, invadono le televisioni, e, per quanto riguarda gli islamici, decretano l’espulsione o addirittura la “pena di morte”. Ambedue gli integralismi, quello islamico e quello cattolico, si incontrano, ancora, nel fatto che non accettano la “laicità”, che con il superamento storico del “clericalismo”, lentamente si sta affermando anche all’interno della Chiesa. Ricordiamo che laico è chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l’altrui libertà di scelta e di azione rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l’altrui libertà all’autorità di un’ideologia. Essi sono concordi, inoltre, nel negare la modernità, che è una rottura nella storia del mondo, incominciata in Europa nel XVI secolo e che afferma che gli esseri umani sono responsabili della propria storia, individualmente e collettivamente. La modernità, poi, rende la democrazia possibile, nel senso che separa l’aspetto religioso da quello politico. Formulata dall’Illuminismo nel XVIII secolo, attuato dalla Rivoluzione francese, l’associazione complessa di modernità, democrazia e laicità, i suoi progressi e i suoi indietreggiamenti, hanno determinato da allora il mondo contemporaneo. Da osservare che questa filosofia si è sviluppata nell’ambito europeo mentre gli islamici non hanno partecipato a tale processo. Ciò rende maggiormente responsabili quei cattolici che ne negano i valori, non gli islamici che hanno seguito un altro percorso storico. Qualcuno può osservare che gli integralisti cattolici, a differenza degli islamici, si pongono solo in una posizione culturale ,ideologica quindi non “ammazzano”, non “ decapitano”, non “sequestrano”, non “stuprano”, così come gli integralisti islamici. Si, è vero ma non è stato sempre proprio così. La lista delle attività poco edificanti di cui la Chiesa ha saputo fregiarsi nella Storia è molto lunga e gli storici lo sanno. A tal proposito scrive Luigi Tosti: “… che dire della persecuzione, delle torture, degli assassini e degli stermini operati dai Cristiani -sempre all’ombra della Santa Croce, Sacro "simbolo di civiltà"- ai danni degli eretici, degli ebrei, delle streghe, degli omosessuali, degli scienziati, cioè dei "diversi"? Certo, non deve essere stato gradevole per i Catari, per i Valdesi, per i Patarini, gli Albigesi, i Dolciniani, le Beghine, i Fraticelli, e via dicendo, essere perseguitati, sterminati, arsi sui roghi e trucidati in nome del "Cristo sulla Croce" di Santa Romana Chiesa Cattolica: la storia della Chiesa è costellata da una serie di attività criminali – tutte ispirate dall’intolleranza, dalla superstizione e dal fanatismo – a cospetto delle quali le attuali associazioni per delinquere ci appaiono, oggi, come "gentili educande". Condanniamo i “ crimini”, degli “islamisti” magari con maggiore severità, “staniamoli” dovunque essi si trovano, ma i “tradizionalisti” cattolici sappiano che noi non siamo e non siamo stati migliori di loro. Scrive Roberto Toscano nella Stampa; “Se vogliamo spezzare una spirale che minaccia di travolgerci tutti e ridurci tutti a un più basso livello di umanità e di civiltà, ci sarà molto lavoro da fare. Per noi e per loro. Ma ciascuno dovrà avere il coraggio di partire dal riconoscimento delle proprie colpe, delle proprie responsabilità. Solo così potremo costruire una convivenza in cui sarà finalmente possibile, pur nel rispetto di tutte le differenze, religiose e non, abolire la stessa contrapposizione fra “noi” e “loro”.