L’Associazione del Giardino dei Giusti di Milano ha indicato le nuove sei personalità che saranno ricordate nel Giardino al Monte Stella. La scelta è ispirata dalla capacità di intervenire in aiuto di altre persone in difficoltà, in occasione di alcuni momenti particolarmente tragici della storia contemporanea, e per la loro profonda umanità, ed anche dalla ricorrenza del centesimo anniversario del Genocidio degli Armeni del 1915. La cerimonia ufficiale è prevista il prossimo 6 marzo quando verranno scoperti i cippi commemorativi e le targhe sugli alberi dedicati a ciascuno di loro.
“Questi nuovi Giusti testimoniamo l’impegno fondamentale di uomini e donne che con coraggio hanno lottato e lottano ogni giorno contro la mafia e a favore dei migranti mettendo le loro vite al servizio degli altri, anche a rischio della propria incolumità – ha detto Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale –. È altrettanto importante che alcuni di loro siano di origine islamica, una scelta che abbiamo sostenuto con grande convinzione. Tutte queste persone sono esempi che ci aiutano a riflettere sulle reali emergenze che dobbiamo affrontare e su quali sono i veri valori da tutelare e rispettare”
“Sono molto contento che il Comitato dei Garanti dell’Associazione Giardino dei Giusti di Milano abbia accolto tutte le candidature avanzate da Gariwo. In particolare in questo momento di grande tensione in seguito all’attacco in Francia ai simboli dei valori europei, voglio sottolineare che tra queste figure, che saranno onorate il prossimo 6 marzo al Giardino del Monte Stella per la Giornata europea dei Giusti, ci sono due giovani attivisti siriani che non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita per difendere quegli stessi valori contro ogni forma di dittatura e di fondamentalismo” Così Gabriele Nissim, presidente Gariwo, la foresta dei Giusti.
Questi i sei nomi dei Giusti:
Mehmet Gelal Bey, un Giusto ottomano
Attraverso il ricordo di questo uomo si vogliono ricordare tutti i Giusti ottomani che all’epoca del genocidio degli Armeni hanno rifiutato di stare dalla parte dei carnefici e hanno soccorso le vittime e testimoniato la verità anche a costo della propria vita. La candidatura ha visto anche il sostegno del Console Onorario d’Armenia, Pietro Kuciukan, dalla direttrice della Casa Armena di Milano, Marina Mavian e dal presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan
Francesco De Luca, Sottocapo della Guardi Costiera di Lampedusa
Il Sottocapo De Luca ha partecipato con straordinaria abnegazione a tutti gli interventi di salvataggio dei migranti in viaggio verso le nostre coste dal 2011 al 2014, compreso il soccorso durante la strage del 3 ottobre 2013, in cui 366 migranti persero la vita a pochi metri dalle coste siciliane.
Razan Zaitounech e Ghayath Mattar
Razan e Ghayath hanno resistito con coraggio alla violenza del regime siriano e al fondamentalismo opponendo la propaganda pacifica e l’informazione veritiera su ciò che accade nel loro paese. Hanno però pagato un prezzo altissimo, l’uno con la vita e l’altra con la prigionia, la clandestinità, il rapimento. La loro candidatura è sostenuta tra gli altri da Shadi Hamadi, scrittore e attivista siriano e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Internetional Italia.
Rocco Chinnici
Rocco Chinnici, alto magistrato di Palermo assassinato dalla mafia il 29 luglio del 1983, ha per primo intuito l’importanza di agire con una strategia investigativa e un’organizzazione giudiziaria all’altezza della sfida, in modo lucido e organizzato. Ha costruito il nucleo del primo pool antimafia per seguire le tracce del denaro sporco nei santuari fino allora protetti anche all’estero e garantire l’assoluta impermeabilità dei magistrati alle pressioni dell’ambiente circostanze, gravemente inquinato dalla mentalità e dalle ingerenze mafiose. Ha capito l’importanza del coinvolgimento dei giovani nel contrasto alla diffusione di quella mentalità e all’arruolamento nelle cosche, andando di persona a parlare nelle scuole a costo di togliere tempo e dedizione agli impegni familiari, a lui carissimi.
Alganeh Fessaha
Cittadina italiana e milanese di origine eritrea, insignita con l’Ambrogino d’Oro nel 2013, presidente della Ong Gandhi, da anni si prodiga con disinteresse, spirito umanitario e spesso a rischio della vita, per assistere e spesso trarre in salvo da situazioni estremamente pericolose i profughi e in particolare eritrei, etiopi e sudanesi. A Lampedusa lo scorso anno ha assistito e soccorso i profughi salvati dal naufragio e in Nord Africa e Medio Oriente ha salvato altre centinaia di vite dal traffico di esseri umani.
L’area del “Giardino dei Giusti di tutto il mondo”, di proprietà del Comune di Milano, comprende 7.626 mq nel Parco del Monte Stella, ed è stata concessa in uso gratuito dal Comune all’Associazione Giardino dei Giusti di Milano che già ne cura le attività, allo scopo di valorizzarla con la realizzazione di nuove strutture.