"Il sistema del credito cooperativo funziona: in questi anni di crisi è l’unico comparto dell’industria bancaria che ha continuato a sostenere le aziende italiane, specie quelle più piccole, a restare a galla nel corso di una tremenda crisi. Pertanto è meglio non toccare la legislazione delle banche popolari frettolosamente: il conto finale potrebbe arrivare proprio sul tavolo delle micro, piccole e medie imprese”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, in merito all’ipotesi di riforma delle banche popolari che potrebbe essere varata dal consiglio dei ministri.
"Il governo – aggiunge Longobardi – vuole eliminare il voto capitario, principio fondamentale della cooperazione, e vuole farlo con un provvedimento che, secondo le intenzioni dello stesso esecutivo, dovrebbe favorire le piccole e medie imprese, con misure finalizzate a sbloccare il credito. Ma l’obiettivo dell’esecutivo di agevolare una concentrazione degli istituti di credito va a discapito delle pmi, che già ora faticano a reperire la liquidità necessaria e che hanno trovato nelle banche popolari, per le quali tutela e sviluppo del territorio sono la mission, interlocutori disponibili a supportare le esigenze monetarie".