La rivista Cristianità insiste; anche nell’ultimo numero, ha pubblicato un interessante servizio sullo straordinario presidente americano Donald John Trump e solo per questo si merita un abbonamento. Si tratta di un discorso pronunciato il 13-10-2017, svoltosi nell’Omni Shoreham Hotel di Washington, intervenendo nel “Values Voter Summit”, (“Summit di chi vota in base ai valori”). Il titolo redazionale, ricavato dal testo, è “Per Dio e per la patria” (Cristianità, n. 388, nov-dicembre 2017)
Come sarebbe bello ritrovarsi a fare le stesse riflessioni del presidente americano, dopo il voto del 4 marzo prossimo con il nuovo presidente del governo italiano, e con la sua coalizione politica. Fantasie giornalistiche?
Da qualche tempo stiamo seguendo i discorsi e la politica del presidente americano che continua a stupirci, naturalmente non ci facciamo assolutamente influenzare dalle fake news dei vari tg italiani, che se ne guardano bene dal pubblicare o riferire dei suoi importanti discorsi. Ultimo in ordine di tempo, quello pronunciato il 19 gennaio scorso in occasione della 45a “March for life”, (Marcia per la Vita) che si svolge ogni anno a Washington. Per la prima volta un presidente americano partecipa alla marcia mettendoci la faccia. Il suoi breve discorso davanti alla folla Pro-life è da ascoltare.
Ma ritorniamo al Values Voter Summit, Trump ringrazia per il sostegno ottenuto ed evidenzia che la riunione è tra persone unite dagli stessi valori eterni e condivisi, che credono nelle famiglie forti e in comunità sicure. Che proteggono la dignità sacra di ogni vita umana, e la libertà religiosa, considerandola come un tesoro. A questo proposito come aveva promesso in campagna elettorale, il 16 gennaio scorso, il presidente Trump ha istituito la Giornata della libertà religiosa, naturalmente, anche questo evento ignorato dalla stampa. Tra l’altro mentre scrivo apprendo che Trump è tornato a proclamare la Giornata nazionale della sacralità della vita, giusto oggi. Il primo presidente a indire tale giornata era stato Reagan nel 1984. Evento poi non rinnovato dai presidenti democratici.
“Siamo orgogliosi della nostra storia”, sosteniamo il “diritto consuetudinario” e in particolare, Trump ha ricordato i padri fondatori degli Stati Uniti che peraltro hanno invocato il Creatore quattro volte nella dichiarazione d’indipendenza.
“Questo è il patrimonio degli Stati Uniti d’America , un Paese che non dimentica mai che siamo tutti – tutti, ognuno di noi – creati dallo stesso Dio del Cielo”.
Trump ricorda ai suoi sostenitori, che anche se non ha stilato un programma, sta dando seguito a una promessa dopo l’altra. Ha cercato di proteggere i bambini non ancora nati, ripristinando una prassi adottata per primo dal presidente Ronald Wilson Reagan, la “Mexico City Policy”, una misura politica mirante a limitare l’aborto.
Inoltre il presidente americano ricorda di aver firmato con una bella cerimonia, il “National Day of Prayer”, la “Giornata nazionale della preghiera”. Ogni primo martedì del mese di maggio, il presidente, “designerà come Giornata nazionale della preghiera durante il quale il popolo degli Stati Uniti d’America può rivolgersi a Dio in preghiera e in meditazione nelle chiese, in gruppi o individualmente”.
Ancora Trump ricorda un altro provvedimento, la cancellazione dell’orrendo“Emendamento Johnson”, che da potere al fisco di revocare l’esenzione dalla imposte alle organizzazione non-profit che sostengono o che avversino candidati politici, colpendo in modo particolare le Chiese e le associazioni religiose.
“Non permetteremo ai funzionari del governo – ha ribadito Trump – di censurare i sermoni o di prendere di mira i nostri pastori, i nostri ministri di culto o i rabbini. Sono persone che vogliamo sentir parlare e nessuno li metterà più a tacere”. Abbiamo, “[…]emesso nuove linee guida a tutte le agenzie federali per garantire che nessun gruppo religioso sia mai più preso di mira nel corso del mio mandato”. E in particolare Trump fa riferimento ai provvedimenti per proteggere “la libertà di coscienza di realtà come le Piccole Sorelle dei Poveri”. Che la famigerata “Obamacare”, la riforma sanitaria varata da Obama aveva imposto anche alle strutture religiose, la contraccezione, l’aborto e la sterilizzazione. Il presidente americano ci tiene a sottolineare “che le Piccole Sorelle dei poveri ed altre realtà religiose analoghe sono animate da una vocazione meravigliosa, e noi non permetteremo che i burocrati impediscano loro di viverla o ne conculchino i diritti”.
Inoltre Trump chiarisce: “stiamo bloccando sul nascere tutti gli attacchi ai valori giudeo-cristiani”. A questo punto il presidente, descritto dai media come “sotto attacco”, entusiasticamente porta a conoscenza dei suoi sostenitori che con lui, finalmente entra nella Casa Bianca il Santo Natale.
Trump ricorda che sta lavorando per tagliare le tasse alle famiglie con figli, “perchè noi sappiamo che la famiglia è la vera roccia su cui poggia la società statunitense”.
A questo punto Trump critica duramente la classe politica che cerca di centralizzare il potere nelle mani di un piccolo gruppo di persone. “I burocrati pensano di gestire le nostre vite, di poter eliminare i nostri valori, di potersi impicciare della nostra fede e di poterci dire come vivere, ciò che dobbiamo dire e come dobbiamo pregare. Ma noi sappiamo che sono i genitori, non i burocrati, a sapere com’è meglio crescere i figli e a sapere come creare una società prospera”. E dopo aver letto queste parole, si comprende ancora meglio, perché il presidente Trump è malvisto delle varie lobby che gestiscono il potere nel mondo.
Non dimentica nella sua analisi i problemi economici: “i posti di lavoro stanno ritornando”. Le borse sono in rialzo e “il livello di entusiasmo è il più alto di sempre mentre il tasso di disoccupazione è il più basso da diciassette anni a questa parte”. Qualche giorno fa, ascoltavo il tg nazionale che dava a Trump il più basso indice di gradimento di tutti i presidente americani.
Trump insiste nella sua analisi sui valori degli americani: “sappiamo che sono le famiglie e le Chiese, non i funzionari pubblici, a sapere come meglio creare comunità forti e caritatevoli. E soprattutto sappiamo questo: che negli Stati Uniti non si adora il governo, si adora Dio. Mossi da questa convinzione, stiamo ridando chiarezza morale alla nostra visione del mondo e alle molte, gravi sfide con cui ci stiamo confrontando”.
Facendo riferimento alla politica internazionale Trump ricorda che la sua “amministrazione chiama il male con il suo nome […] forgiamo nuove collaborazioni per perseguire la pace e agiamo con decisione contro coloro che minacciano di fare del male al nostro popolo. Saremo risoluti, perché siamo consapevoli che il primo dovere di un governo consiste nel servire i propri cittadini”. Proprio come fa il governo italiano.
Domenico Bonvegna
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