
di Claudio Andò
La scenografica scalinata S. Barbara, fiancheggiata da una cortina continua di edilizia abitativa del ‘700 e dell’’800, dalla via Tommaso Cannizzaro conduce alla barocca chiesetta della Madonna della Rosa e al sovrastante Viale Italia. Essa rappresenta un prezioso brandello superstite di sistemazione urbana pre-terremoto, sviluppandosi sull’area sommitale del bastione S. Barbara facente parte della cinta muraria fatta realizzare da Carlo V nel giugno del 1537, e, a ridosso dell’antico borgo del Tirone, porzione significativa di tessuto urbano settecentesco e ottocentesco della città.
Prende il nome di “S. Barbara” perché prima del sisma del 1908, sulla rampa iniziale nell’omonima attuale piazza, affacciava il complesso religioso monastico alla santa dedicato. In origine la scalinata collegava la parte bassa della città con il Noviziato dei Padri Gesuiti (1576), istituto religioso di formazione dei novizi che, appunto, aspiravano ad entrare nell’Ordine fondato nel secolo XIV da Sant’Ignazio di Lojola. Dopo il 1908, andato parzialmente distrutto il Noviziato dagli eventi tellurici ed edificato, al suo posto, il complesso di edifici militari della caserma “Sabato”, la scalinata venne interrotta dal tracciato della Circonvallazione (viale Italia) la cui realizzazione ebbe inizio nella prima metà degli anni Trenta. (Fonte: Messina ieri e oggi). Nel recente passato ci sono stati dei lavori di ristrutturazione che sono terminati nella Primavera del 2013. Questa scalinata, data la bellezza architettonica, data la lontananza dal caos urbano, regala, a chi ci passeggia o a chi sosta su una delle numerose panchine, una situazione di assoluta tranquillità. E’ inoltre, in piccolo riuscitissimo esperimento di culture lontane tra loro che riescono a coinvivere senza il minimo dissidio: europei, africani e asiatici.
Tutto bellissimo, se non fosse che proprio questa situazione di tranquillità ha spinto numerosi giovani, provenienti da tutte le zone di Messina, a credere che quella sia una "zona franca" dove tutto è lecito e dove nessuno possa intervenire.
Questo comportamento ha oltremodo stancato gli abitanti della zona, che si vedono privati del sonno la notte, dato che questi "galantuomini" sono soliti sostare fino alle prime luci del mattino ogni giorno, per tutta la settimana, con la compagnia di alcolici e droghe di vari tipi.
Hanno poi scambiato la zona, che è piena di alberi, per i colli San Rizzo, sarà che i messinesi non sono abituati a vedere verde pubblico, e munendosi di griglia hanno deciso che la scalinata fosse il luogo adatto per una grigliata e che il paviemento fosse un posto idoneo per lasciare gli scarti del pesce.
I residenti si sono visti inoltre privati di un luogo ricreativo per i figli;la zona infatti sarebbe adattissima per far giocare i bambini in tutta sicurezza, vista la lontananza dalla strada; non fosse che tutta la scalinata e le varie piazzette sono ricoperte di bottiglie rotte e siringhe che ovviamente diventano un pericolo per i bambini e per anziani.
Inoltre da quando la scalinata è stata ultimata, mai nessuno degli addetti alla pulizia del comune è stato mandato a pulire la zona. Gli abitanti sono infatti stati costretti in un primo momento, a ripulire autonomamente, poi, visto il lavoro gravoso, hanno deciso di pagare un privato affinché una volta a settimana la scalinata venga ripulita.
Si sono dunque visti abbandonati da un’amministrazione che non li ha e non li sta tutelando. Nè il primo cittadino, nè il presidente della IV Circoscrizione hanno mai risposto agli appelli degli abitanti, che ormai ripongono ben poca fiducia nelle istituzioni.
I residenti ormai stremati dalla situazione, in ultima analisi, minacciano di intraprendere una ronda notturna, se la situazione non dovesse migliorare e se il loro ultimo appello dovesse ancora cadere nel vuoto. Un appello fatto a chi, voleva cambiare Messina dal basso, ma fatta la scalata ha lasciato il basso ancora più in basso e non si è più curato di quanti avevano riposto fiducia in lui. Un appello a chi, una volta fatta la foto d’occasione, durante la campagna elettorale, seduto sulla scala in fase di ultimazione, è poi scomparso. Un appello fatto a chi, a questo punto, ha un minimo di amore verso questa città, che è stata distrutta maggiormente da decenni di mala amministrazione che da due terremoti e dalle guerre. Un appello per salvare uno scorcio della Messina che era considerata da tutto il mondo il gioiello del Mediterraneo, e per tornare a quei fasti, non si può che ripartire tutelando il nostro passato.