
di Nicola Currò
Sul decreto varato dal governo, il cosiddetto Investment Compact, che tra le altre cose impone alle banche popolari di trasformarsi, entro diciotto mesi, in spa si è detto e scritto molto tanto che chiunque voglia farsi un’idea di cosa c’è in ballo con questa operazione, navigando in rete, non ha che l’imbarazzo della scelta. Anche su IMGPress abbiamo scritto sul tema. C’è però un aspetto di tale operazione che sembra essere stato poco approfondito e riguarda l’incredibile modalità con cui si è arrivati al decreto e la Borsa che per due giorni è stata completamente lasciata in balia delle peggiori speculazioni finanziarie.
Un aspetto quello delle speculazioni che ha chiaramente messo in evidenza come il sistema finanziario italiano sia arretrato e con poche regole. Nei giorni precedenti l’annuncio delle riforma si è infatti registrata un’intensa attività sui titoli di alcune banche popolari quotate in Borsa tanto da far nascere il sospetto che se qualcuno avesse saputo con un po’ d’anticipo l’imminente fuga di notizie sulle intenzioni governative e avesse comprato titoli di banche popolari ai prezzi del momento oggi sarebbe un uomo ricco. Si tratta naturalmente di sospetti che la Consob, a quanto pare, sembra intenzionata a verificare e farebbe se, da quanto riportato dal Corriere.it, «l’effetto dirompente che la notizia ha avuto sul mercato a partire da lunedì 19 gennaio, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte» ha fatto emergere «quanto siano stati abili gli «accumulatori» di pacchetti. A fine settimana, nonostante le prese di profitto di ieri, il Banco Popolare, per esempio, registra un balzo del 21%, Ubi del 15%, la Popolare Emilia del 24% e Banca Popolare di Milano del 21%. E non sono titoli sottili che si muovono con un paio di ordini fuori prezzo. Ma lo scatto più spettacolare è quello della Popolare Etruria e Lazio di cui è vicepresidente Pier Luigi Boschi, il padre del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: +65%».
Attorno all’Investment Compact si stanno intrecciando molti dubbi e sospetti avvalorati della constatazione che «raramente un provvedimento legislativo ha avuto un impatto così immediato e violento su una parte del listino. Mentre la norma prendeva forma, a Londra qualcuno preparava le munizioni per la grande speculazione». Sarà la Consob a stabilire se questi fatti sono legati tra loro, di sicuro chi sapeva si è mosso con grande cautela visto che sino a domenica 18 gennaio in Borsa tutto è filato liscio. Poi lunedì mattina, improvvisamente, si è scatenato l’inferno e proprio attorno alle popolari. Solo un caso o la #voltabuona ancora una volta è stata la #voltabuonapergliamici?
@censurarossa