Ancora tagli alla Sanità: chiusi quattro punti-nascita

“Che nessuna partorisca al settimo o ottavo mese di gravidanza! Sembra dire il provvedimento di oggi dell’assessorato alla Sanità che ha chiuso quattro punti nascita in Sicilia: a Licata, a Cefalù, nella clinica Argento di Catania e a Paternò” stigmatizza così, con amara ironia, il deputato regionale Ncd Nino Germanà, i nuovi tagli nel comparto Salute della Sicilia, rimarcando che “Siamo praticamente sempre meno in grado di affrontare una qualsiasi emergenza. In particolare – continua Germanà – la chiusura di Cefalù, ove nel solo 2014 si sono registrati 470 parti, toglie l’ultimo servizio nell’ampio e popoloso comprensorio madonita e, proprio in un periodo ancora marcato dalle polemiche sulla morte della piccola costretta a una folle e inutile corsa in ambulanza da Catania a Ragusa, probabilmente, l’assessore Lucia Borsellino poteva quantomeno evitare di emanare una norma così antipopolare!”.
“Del tutto priva di logica, del resto, è la pseudo ratio per la quale le signore potranno continuare a farsi seguire dai ginecologi di quelle strutture …sotto scure ma non potranno partorire in loco. Chiediamo – prosegue – che questo provvedimento sia rivisto alla luce di una logica che esuli dalla politica del taglio tout court, selvaggio e controproducente persino sotto il profilo del risparmio vero e proprio se soltanto consideriamo il non impossibile utilizzo di ambulanze visto che il punto nascite più vicino sarebbe ora quello di Termini Imerese ove mancano servizi essenziali a partire da quello di rianimazione”
“Immaginiamo soltanto, e senza troppa fatica – conclude Germanà – un viaggio urgente in automobile da San Mauro Castelverde a Termini Imerese, dopo un percorso di montagna: sarebbe come