RAI Way al 51%, Eni al 30,1% e Enel al 25,5%. Perchè ci si preoccupa dell’acquirente?

Grande dibattito in questi giorni sulla vendita di quote azionarie di RAI Way, società per azioni della RAI che possiede la rete di diffusione del segnale televisivo. RAI Way è controllata dal ministero dell’Economia per una quota pari al 65%. Nelle settimane scorse, la società EI Tower, che opera nel settore delle infrastrutture di rete di comunicazione, ed è posseduta per il 40% da Silvio Berlusconi, ha tentato di scalare RAI Way lanciando una offerta pubblica di acquisto. La notizia ha suscitato allarme tant’è che è intervenuta l’Antitrust che ha aperto una istruttoria paventando un monopolio di EI Tower sulle reti di trasmissione televisive. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato che RAI Way rimarra sotto controllo pubblico per il 51% delle quote. Il pensiero corre ad altre due colossi societari, l’Eni, impegnata nelle attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale, e l’Enel, azienda multinazionale produttrice e distributrice di energia elettrica e di gas. La prima, l’Eni è controllata dal ministero dell’Economia e dalla Cassa Depositi e Prestiti (in pratica dallo stesso ministero) per una quota pari al 31%, mentre la seconda, l’Enel, è partecipata dallo stesso ministero, per il 25,5%. Queste due società operano in settori strategici per la nostra economia e potrebbero essere oggetto di una offerta pubblica di acquisto e quindi finire nelle mani di qualcuno. Allora, perchè, ci si preoccupa tanto per RAY Way e non anche per Eni ed Enel?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc