Quanto dice il Governatore Crocetta e cioè che “fare il consigliere non è una professione ma una attività di servizio pubblico che si deve basare in gran parte sulla passione politica e i gettoni devono servire a coprire le spese sostenute per questa attività e non possono corrispondere agli emolumenti di un assessore che lavora a tempo pieno” conferma quanto da me scritto ieri sui social e che allego.
Ciò che si vuole affermare, attraverso le polemiche intorno al gettonificio, è che l’attività di controllo, di deliberazione e di rappresentanza esercitata dalle assemblee elettive deve essere derubricata a poco più che una formalità. Secondo questo punto di vista gli esecutivi eserciterebbero la politica del fare di contro alle assemblee elettive che si perderebbero in inutili discussioni oziose. Questo modo di pensare cancella la natura stessa dei processi democratici che si fondano sui contro-poteri, piuttosto che sui poteri. Si tratta del l’incedere del percorso di distruzione di quello che resta della democrazia rappresentativa e dell’affermarsi del decisionismo e dell’accentramento delle decisioni.
Ho fatto politica per decenni senza gettoni e visibilità. Quando finirà la mia esperienza istituzionale tornerò a fare l’attivista di movimento, cosa che mi rende di certo più felice, ma fino ad allora non cederò di un millimetro al populismo devastante che mette tutti nello stesso mazzo. Non credo di impegnarmi meno di un assessore (visto che questo è il parametro che usa Crocetta) e cerco di esercitare il mio mandato misurandomi sugli argomenti che in aula portano “tutti” gli assessori, sottoponendomi a un impegno che non consento a nessuno di infangare. Vorrei essere misurato per la qualità del mio lavoro e per la capacità di rappresentare le istanze che mi hanno mandato in Consiglio Comunale.
Luigi Sturniolo