di Claudio Andò
104 anni fa come oggi si riuniva per la prima volta il parlamento italiano. Ciò era conseguente alla cacciata dello straniero predicata per tutto l”800 e nel 1861 finalmente ottenuta. Lo stato italiano, che diventerà protagonista del ‘900 nonostante fosse uno stato giovane. A oggi possiamo essere realmente fieri di essere italiani? Probabilmente poco. Gli ideali di un grande stato che erano predicati nel XIX secolo sono ormai andati perduti a causa di una classe politica incapace e corrotta. Va però detto che anche all’indomani dell’unità d’italia le critiche sui parlamentari italiani si sarebbero sprecati. Il fenomeno del trasformismo politico che coinvolgeva numerosi uomini politici allora come oggi. Un primo ministro a cui veniva affibbiato il nome di "ministro del malaffare" ovvero Giolitti, non è molto distante dai continui processi penali che il nostro ex premier Berlusconi affronta. Questo potrebbe e dovrebbe rallegrarci? Non direi; credere a un principio di "mal comune mezzo gaudio" porterebbe a voler essere i meno peggiori e mai i migliori. Queste constatazioni vengono fatte per smentire i fanatici del "si stava meglio prima", anche se prima si viveva durante un terrorismo rosso e nero, se si viveva durante una dittatura, durante uno stato monoclasse che curava solo gli interessi del proprio rango o addirittura c’è chi rimpiange le dominazioni straniere come quella borbonica che più volte attacco i propri sudditi come a Messina, bombardano la zona falcata (quel sovrano prenderà il nome di "Re bomba") o a Napoli sparando sulla folla. Tutto questo per dire che non ci sarà mai un periodo privo di ombre, alcune più dolorose di altre come le trucidazioni fatte dai "Mille" a chi si opponeva come nel "Massacro di Bronte" o i misfatti compiuti dai partigiani come nell’"eccidio di Porzûs", ma che fanno da corollario in eventi fondamentali per la storia dell’unificazione dello stato prima e nell’istaurazione della Repubblica. Com’è sbagliato ignorare e nascondere questi fatti, quando invece dovrebbero essere studiati, diffusi e fatti conoscere alla gente, è ancora più sbagliato far prevalere questi eventi in confronto a eventi ancora più grandi. Come diceva Giorgio Gaber: io non mi sento italiano, ma per fortuna lo sono; perciò: Buon 104esimo compleanno Italia.