A Milano, presso l’Auditorium Testori si è svolta l’Assemblea di Rete Imprese Italia, il coordinamento delle Organizzazioni dell’artigianato, dei servizi e delle Pmi: Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti. Ad aprire i lavori è stato il Governatore Roberto Maroni, il quale ha sottolineato che "come Regione siamo molto attivi e abbiamo preso numerose iniziative per sostenere il mondo delle imprese, piccole e medie, gli artigiani, il commercio, per attirare investimenti nella ricerca, che non riguarda solo i grandi gruppi ma anche le piccole imprese". "Abbiamo fatto e stiamo facendo – ha proseguito – un grande lavoro contro la burocrazia e per avere maggiore semplificazione amministrativa, abbiamo dato contributi e facilitazioni di accesso al credito". Poi è stata la volta del presidente di turno di Rete Imprese Italia, Daniele Vaccarino, per il quale contro la crisi "la nostra economia ha bisogno di interventi incisivi sulla domanda interna, gli investimenti ed i consumi. L’Italia non può ripartire davvero senza la ripresa della domanda interna per consumi e investimenti". Secondo Vaccarino, "l’Unione Europea deve dare segnali tangibili" in termini di "politiche di investimento", dato che "negli ultimi anni gli investimenti in Europa sono crollati in un modo grave". Soprattutto nel nostro Paese, ha puntualizzato, "sono crollati in modo particolarmente acuto e in diversi settori fondamentali per la sua competitività, nell’edilizia e nelle infrastrutture in primo luogo". A questo proposito, "basterebbe l’apertura e l’avvio di cantieri diffusi in tutto il territorio per dare l’atteso impulso in termini di investimenti". "Alle imprese servono meno tasse e più credito – ha quindi aggiunto Vaccarino – ma i dati purtroppo, ci indicano che non è così. Che la politica espansiva della Banca Centrale Europea non è riuscita ancora a migliorare i flussi e le condizioni di credito alle imprese". "Sappiamo – ha spiegato – che le regole internazionali sulla vigilanza bancaria sono un vincolo reale ma rischiano di diventare un alibi per escludere dal credito le imprese che più ne hanno bisogno. Peraltro, vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che l’assetto del settore bancario sempre più orientato, sul piano organizzativo, alle grandi aggregazioni e alla riduzione dei presidi territoriali rischia di essere sempre meno in sintonia con il tessuto delle micro e piccole imprese diffuse", ha detto Vaccarino. "Ci aspettiamo – ha aggiunto Vaccarino- molto dall’impegno di ridurre i margini di incertezza dell’assetto giuridico attraverso la riforma della giustizia civile i cui tempi e costi sono davvero intollerabili. Più in generale abbiamo bisogno di uno Stato che sappia assicurare un contesto di piena legalità, e proteggere le imprese dalla concorrenza sleale, dalla delinquenza, dalla corruzione, dalla evasione fiscale, dal lavoro nero, dall’abusivismo, dalla contraffazione e dall’usura". L’intervento conclusivo è stato affidato al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "L’Expo può essere un ponte tra ieri, ossia i lunghi anni di crisi e recessione vissuti, e il rilancio del nostro Paese e della nostra economia". Secondo il ministro l’Expo "è l’esempio che le cose si possono fare: usiamo questi sei mesi di Expo – ha concluso – per costruire quel tasso di fiducia indispensabile per fa ripartire il Paese". Quanto al Jobs Act, Poletti ha sottolineato: produrremo i decreti attuativi sulla riforma del lavoro entro la metà di giugno, il termine previsto dalla legge". Il ministro si é poi chiesto "quante volte in passato questo é successo?". Poletti ha infine ribadito che "il nostro obiettivo é che le assunzioni a tempo indeterminato diventino la norma".