Il 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi che possiamo “comodamente” scaricare dal sito delle Entrate, ha dei seri problemi. Lo aveva segnalato un quotidiano economico da tempo, e oggi è confermato dal ministero, che ha inserito online le istruzioni alle quali i contribuenti dovranno attenersi per ovviare all’errata liquidazione proposta in automatico. Sappiamo bene che il nuovo sistema è complesso e che ci vuole un po’ di tempo per portarlo a regime. Ma il problema e’ proprio questo: perche’ presentare l’iniziativa come una “rivoluzione copernicana”, e non come una sperimentazione? Perche’ illudere il contribuente, inducendolo a fare affidamento già da subito su un sistema che invece è solo all’inizio di una difficile sperimentazione? Non sarebbe stato più corretto ed efficace chiedere collaborazione ai contribuenti, presentando l’iniziativa per quello che è, magari avvertendoli di non farvi troppo affidamento? Interrogativi a cui ci possono essere diverse risposte, dipende dalla fazione di appartenenza di chi analizza. Noi riscontriamo solo che c’è, come sempre, una sola vittima di questo gioco politico e mediatico: il contribuente! Se questi si fiderà del “rivoluzionario” 730 precompilato, non accorgendosi degli errori commessi dall’Amministrazione, ci rimetterà di tasca propria e zitto!
Il nostro Paese non è nuovo a sperimentazioni, spesso un po’ improvvisate e quindi destinate a fallire, e nonostante ciò presentate come rivoluzioni. Si pensi alla carta d’identita’ elettronica, avviata nel 2006 ed ancora oggi praticamente in alto mare: costa di più di quella cartacea, ci vuole più tempo per averla e non sono rari i blocchi tecnici prolungati delle singole Amministrazioni per l’erogazione. Si pensi ancora al “domicilio digitale”, lanciato in pompa magna nel 2012 e tutt’oggi inesistente – tant’è che l’attuale Governo si appresta ad un rivoluzionario (sperem) rilancio.
Insomma, va bene osare, anche a rischio di fare errori e correggerli. Ma quando una sperimentazione, magari neanche ben preparata, viene presentata come una cosa fatta, il rischio è che oltre a fallire miseramente, faccia seri danni ai cittadini.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc