Dopo la sentenza delle Corte Costituzionale, che ha abolito il blocco degli adeguamenti per determinati tipi di pensione, qualche informazione sul nostro sistema pensionistico appare doverosa, viste le urla mediatiche che abbiamo sentito in questi mesi. Su circa 16 milioni di pensionati, più della metà (52%) percepisce una pensione integrata al minimo, di maggiorazioni sociali e di una pensione sociale. Vale a dire che in 66 anni di vita queste persone non sono riuscite a versare almeno 15 anni di contributi regolari e, quindi, non hanno pagato le relative tasse. A conferma basterebbe ricordare che il 53% delle tasse (Irpef) lo paga il 14% dei contribuenti, con uno specifico 27% di tasse pagate dal solo 3% dei contribuenti. Vale a dire che circa un terzo delle tasse sono pagate da una sparuta minoranza di contribuenti. Altro che tassare i ricchi, come sostengono i sindacati! Costoro invocano una patrimoniale dimenticando che nel recente passato di patrimoniali ce ne sono state in abbondanza, ma chiamate con altro nome, come la tassazione sugli investimenti (aumentata al 26%), che sono soldi del cittadino che ha già pagato le tasse sui proprio reddito, il bollo sui conti e quella sulle pensioni complementari. Insomma, il cosiddetto welfare costa, e prendersela con qualcuno o qualcosa d’altro è fare fumo negli occhi, pratica dalla quale ogni giorno troviamo riscontro.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc