di Roberto Gugliotta
Non vorrei che in tutto il ribaltone politico – istituzionale ci guadagnassero solo i professionisti di passaggio, con tutta la simpatia del caso. Non mi risulta che abbiano assunto o premiato molti "figli di nessuno", gente che si spacca la schiena senza pretendere stelle al merito nè che abbiano catturato mandanti ed esecutori dell’omicidio del professore Matteo Bottari, vicenda che rasenta la vergogna dato il tempo trascorso dal delitto (gennaio 1998). Non sappiamo nulla sul suo attuale percorso giudiziario (l’omicidio non va in prescrizione!), nè se davvero merita un ricordo commosso da parte dell’Ateneo di Messina, si presume che il professore Bottari avesse qualche speranza. Morta. Anche io nel mio modesto cuore ho qualche speranza che spero non sia morta. Speranza di veder chiarezza nella lotta alla corruzione, alle raccomandazioni, al male quotidiano, speranza invece, seriamente ferita. E’ vero che un lavoro che consente di esprimersi nei salotti televisivi o sui palchi è vantaggioso, e nessuno nega il lavoro, sotto forma di contratto. Ma, più s’allargano le rose, più devono essere distribuite le spine.