Era nell’aria che l’operazione “Mostra Casimiro Piccolo-Caren Gruda”, organizzata dalla “Cigno Edizioni” targata Lorenzo Zichichi e catapultata – al costo di 2 euro a visitatore – dalla Fondazione di Capo d’Orlando alla parte più panoramica del Teatro Antico di Taormina, avrebbe dato adito a problemi e provocato risvolti spiacevoli per l’utenza. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che ad andarci di mezzo, con tanto di pesante denuncia penale, sarebbe stata una delle più competenti e stimate guide turistiche di Taormina, Giancarlo Esposito, 23 anni di “patentino” abilitativo sulle spalle, una grande passione per la storia della Sicilia nei millenni unita ad una profonda conoscenza degli innumerevoli lasciti archeologici, architettonici ed artistici dei nostri avi che l’isola da un capo all’altro sfoggia, attirando milioni di turisti. Ed è proprio conducendo un gruppetto di una trentina di belgi di passaggio a Taormina in visita al Teatro Antico che Esposito oggi si ritrova con le dita sporche dell’inchiostro usato per prendere le impronte digitali, un paio di foto di profilo e di fronte, e l’invito a fornirsi di un difensore essendo stato denunziato ( da chi?) per violenza privata e minacce ex -artt. 610 e 612 del codice penale! Ma andiamo con ordine e con un breve riassunto delle puntate precedenti. Il pomeriggio dello scorso 2 aprile, al Teatro Antico di Taormina, tra flashes di fotografi e “nervose” interviste video (era appena venuto fuori il problema della tentata “eutanasia” di TaoArte) l’assessora al Turismo Cleo Li Calzi inaugura tutta felice la mostra “Casimiro Piccolo – Caren Gruda”, alla presenza di vari VIP politico-istituzionali, tra cui i sindaci di Taormina e di Capo d’Orlando, il presidente della “Fondazione Piccolo”, la direttrice del Parco Archeologico di Naxos, Maria Costanza Lentini, etc. etc. Il progetto della mostra è ideato dalla “Fondazione Famiglia Piccolo” di Capo d’Orlando. Quella stessa che appena un anno fa, nel maggio 2014, aveva pubblicamente annunciato l’imminente chiusura per mancanza di fondi e che, miracolosamente senza dubbio, è stata in seguito inserita con un contestatissimo emendamento dalla giunta regionale tra le quattro istituzioni culturali che possono accedere al credito Irfis per ristrutturare i propri debiti.
Ad organizzare la mostra, in collaborazione col Dipartimento dei Beni Culturali ed il Parco Archeologico di Naxos, “Il Cigno GG Edizioni” di Lorenzo Zichichi. Figlio del noto scienziato ed ex-assessore ai Beni Culturali della prima giunta Crocetta, e vincitore di diverse gare d’appalto con la Sovrintendenza di Messina, in passato è stato accusato di avere rapporti societari con l’imprenditore Gaetano Mercadante, ex-patron di “Novamusa”, arrestato con l’accusa di non avere versato alla regione 40 milioni di proventi per la vendita di biglietti nei siti archeologici.
Tra sorrisi compiaciuti ed inni al “gemellaggio come quello che unisce la mostra in un sito di Taormina e in un sito di Capo D’Orlando”, l’assessora Li Calzi tiene a sottolineare come “la Fondazione Piccolo è una di quelle realtà che ha detto “io ho qualcosa da valorizzare per rendermi autonomo dal punto di vista economico” e questa mostra è un modo per renderli economicamente sostenibili e indipendenti…”. Ed in effetti la Fondazione, dislocando al Teatro Antico di Taormina gli acquarelli pieni di gnomi, elfi e creature fantastiche di Casimiro Piccolo, ha fatto bingo! Già perché la mostra, visitabile al prezzo di 2 euro, rimarrà al Teatro Antico di Taormina sino a tutto il mese di novembre, vale a dire ben sette mesi di esposizione in un sito archeologico millenario che conta 698 mila visitatori l’anno. Farsi due conti è abbastanza facile. Come è abbastanza facile intuire che – con tutto il rispetto per gli artisti –si è deciso di sfruttare bellezza e fama del Teatro Antico di Taormina per reclamizzare e sostenere, facendo pagare un biglietto, un’esposizione che a Capo d’Orlando non avrebbe mai potuto raggiungere nemmeno la metà della metà della metà degli stessi numeri.
Il problema, vero, però è che questa mostra è stata allocata nella parte alta del Teatro Antico, una parte di grande rilievo e dal punto di vista paesaggistico e da quello archeologico, che risulta così sbarrata ed invisibile per chi non paga il “passo” dei 2 euro. E tutto ciò, per giunta, con grandi problemi per la sicurezza, poiché l’unica via di fuga alla sommità del Teatro parte proprio da dietro il Museo ex-Casa del Custode, luogo non più accessibile dal resto del teatro, mentre una serie di barriere delimitano l’ampia zona.
Certo è che, fra un po’, i responsabili della concessione dell’agibilità avranno il loro da fare per trovare alternative valide in occasione dei mega-spettacoli previsti al Teatro Antico…
Certo è che, oggi, compagnie di viaggio, agenzie e tour-operators che hanno già venduto il “pacchetto” Taormina si ritrovano a fronteggiare i reclami di centinaia di turisti che, pur pagando i canonici 8 euro d’ingresso così come da contratto, non hanno potuto accedere ad una parte rilevante del Teatro, tra cui il basamento del Tempio di “Apollo Arcageta”, salvato dalla distruzione di Naxos, con annesso Bòthros e ciò che rimane dell’angolo di pavimento a “mosaico di coccio-pesto”; come non hanno potuto affacciarsi per ammirare il panorama unico al mondo o vedere i resti del primo dei conventi edificati a Taormina o l’eremo del Beato Cherubino. E, non tanto sottovoce, il termine “truffa” comincia ad essere declinato in più lingue.
E veniamo al 12 aprile quando al Teatro Antico, nel suo perfetto francese, la guida autorizzata Giancarlo Esposito, spiegando al gruppetto dei turisti belgi stili architettonici greci e ristrutturazioni sovrapposte romane, si ritrova nel salire verso l’alto il passo sbarrato da un giovane di circa vent’anni con il quale inizia il seguente dialogo, ripreso testualmente dalla “Lettera Aperta” da egli stesso indirizzata a BlogTaormina:
A) Mi dispiace non si può passare,…ma alla cassa non vi hanno detto nulla?
B) No cosa ci dovevano dire?
A) Lo sapevo, mi fanno fare sempre questa figura! Sono spiacente, ma per accedere a quest’aria bisogna pagare un biglietto di 2euro, perche c’è un’esposizione di sculture.
B) Guarda che i signori hanno già pagato gli 8 euro ed hanno i biglietti per poter vedere nella sua interezza il teatro!
A) Si lo so ma io non posso farci niente.
B) Ascolta, guarda io non so chi tu rappresenti, ma i miei clienti sono in possesso dei biglietti, e perciò non ti riconosco nessuna autorità ad impedire la logica fruizione del teatro nella sua interezza; pertanto, se vuoi, chiamiamo i Carabinieri: se loro ci diranno che non si può passare, allora ci asteniamo, se no, facci cortesemente passare.
Il ragazzo a questo punto non sapendo cosa fare, ha spostato la transenna di legno nera e ci ha fatto passare.”
Così Esposito conduce i suoi clienti anche nell’area “riservata” dove continua a mostrare reperti ed a spiegare accadimenti storici. Terminata la visita e congedatosi dal gruppo, Esposito si reca “all’uscita per cercare di capire chi possa richiedere un ulteriore pedaggio in un area già pagata. Mi viene mostrata una fotocopia affissa che annuncia di dover pagare € 2 per visitare la mostra. Incredulo che qualsiasi ente o persona giuridica della nostra Repubblica possa richiedere di pagare due volte per fruire della stessa area archeologica, chiedo di mostrarmi se c’è un decreto assessoriale che impone tutto questo, visto che quanto affisso é sprovvisto di qualsiasi richiamo a qualsivoglia direttiva ministeriale o assessoriale della Regione Siciliana e mancante dell’ente emittente senza nessun bollo o firma in calce.
Il personale davanti alla cassa alla mia richiesta dice che c’è un decreto; alla mia richiesta di visionarlo, lo cercano (con qualche imbarazzo, una delle cassiere risponde alla richiesta del collega “chi mi cunti a mia”). Risposta, sai oggi è domenica gli uffici sono chiusi (?)
Mi congedo ringraziando di tanta solerzia, ma vengo fermato da una pattuglia della Polizia di Stato proprio in prossimità della biglietteria, che mi chiede i documenti. Chiedo per quale motivo mentre esibisco i miei documenti e la mia abilitazione all’esercizio della professione (che come regola impone di tenere ben visibile durante la mia funzione di guida;) mi viene detto un semplice controllo che viene verbalizzato. Intuendo che sia per il fatto di aver esercitato un diritto nei confronti degli ospiti stranieri; faccio notare l’anomalia di quanto affisso sia a lume di logica poco ortodosso sia nella sostanza che nella forma! Mi viene risposto dalla collega del verbalizzante, Lei non si preoccupi! Al ché rispondo, veramente adesso mi preoccupo ancora di più visto che non procedete a verificare quanto indicato; visto che state verificando i miei dati, potete cortesemente verificare quelli dei funzionari addetti (tutti sprovvisti di tesserino identificativo) e dei Sigg. addetti al doppio pedaggio che pare appartengano ad un ente privato?
Lei non si preoccupi, noi sappiamo chi sono…”
Qualche giorno dopo questo episodio, la Polizia di Stato notifica alla moglie di Giancarlo Esposito, in giro per la Sicilia con un altro gruppo di turisti, l’invito a presentarsi al Commissariato di Pubblica Sicurezza. Cosa che la guida taorminese fa appena rientrata dal giro di Sicilia sabato 9 maggio. Al Commissariato, gli viene notificata una denuncia per violenza privata artt.610 e 612 c.p., gli vengono fatte le foto di rito e gli vengono prese le impronte digitali per la schedatura come “soggetto indagato”. Così Giancarlo Esposito, stimato dall’intera comunità taorminese come grande professionista del turismo e come uomo impeccabile dai modi signorili e distinti d’altri tempi, si ritrova a pagare di persona ingiustamente e con la sola colpa di avere fatto correttamente il proprio lavoro.
Di fronte un’arrogante operazione commerciale, pur se veicolata come “artistica”, che promuove spudoratamente la “Fondazione Piccolo” a discapito della piena fruibilità del Teatro Antico di Taormina, con gravi danni economici e d’immagine per la Città.. di fronte una superficialità organizzativa e di comunicazione, offensiva nei confronti del turista in visita al Teatro e pericolosa per la sicurezza degli utenti…di fronte a comportamenti vessatori nell’esercizio para-feudale di burocratici “poteri” nei confronti di chi da anni svolge il proprio lavoro con passione e competenza, prodigandosi nel contribuire con la propria attività a tenere alto il buon nome di Taormina nel mondo come cittadina taorminese, come giornalista, come donna che crede fermamente nel primato della Politica come servizio e nella Cultura come crescita etica, sociale ed intellettuale: non ci sto!
MariaTeresa Papale – presidente dell’associazione “Arte&Cultura a Taormina”