Anticorruzione: ok della Camera, il ddl è legge. Pene più pesanti, torna il falso in bilancio

La Camera ha approvato il disegno di legge anticorruzione con 280 sì, 53 no e 11 astenuti. Il ddl, approvato in via definitiva e senza modifiche rispetto al testo del Senato, diventa così legge. Hanno votato a favore oltre ai democratici del PD anche Sel, Scelta Civica, Per l’Italia, Area Popolare e gli ex 5 stelle di Alternativa Libera. Hanno votato contro Forza Italia e M5S. La Lega si è astenuta. “Anticorruzione e falso in bilancio sono legge. Quasi nessuno ci credeva.Noi sì. Questo Paese lo cambiamo,costi quel che costi”, commenta in un tweet il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Twitta anche il ministro della Giustizia Orlando: “L’approvazione della legge anticorruzione rappresenta un passo ‘importantissimo’, perchè ora “il Paese ha strumenti più forti per contrastare la corruzione e le mafie”. E ancora, in un successivo tweet: “Con la nuova legge #anticorruzione il falso in bilancio ritorna a essere un reato punito con sanzioni severe”. Twitta infine il presidente del Senato Pietro Grasso: “È arrivato Godot. Sono felice che il ddl Anticorruzione ora sia legge”. Per la presidente della Camera Boldrini “l’approvazione del disegno di legge anticorruzione, cosi tenacemente voluta dal Presidente Grasso, e’ una buona notizia che arriva dal Parlamento ai tanti cittadini che in questi anni hanno reclamato dalla politica rigore, correttezza di comportamenti, strumenti per combattere il malaffare”.

In sintesi, il provvedimento prevede più carcere per i principali reati contro la Pubblica Amministrazione ma anche sconti di pena per pentiti e collaboratori. Viene reintrodotto tra l’altro il delitto di falso in bilancio che obbliga i condannati a restituire il maltolto e rinforza i poteri dell’Anac. Viene visibilmente rafforzato il “dispositivo normativo” anticorruzione con l’aumento delle pene per i principali reati contro la pubblica amministrazione: peculato (da 4 a 10 anni e 6 mesi), corruzione propria (da 6 a 10 anni) e impropria (da uno a 6 anni), induzione indebita (da 6 a 10 anni e 6 mesi). Quanto alla corruzione in atti giudiziari (da 6 a 12 anni nell’ipotesi base), la pena può salire fino a 20 nei casi più gravi. Restano invece invariate le sanzioni della concussione, che viene però estesa anche all’incaricato di pubblico servizio. Aumenta il peso dell’Autorità nazionale anticorruzione, che dovrà essere informata dai pm ogniqualvolta si proceda per reati contro la Pa. All’Anac, inoltre, è attribuito il controllo sui contratti extra codice degli appalti (perché segretati per esempio o che esigono particolari misure di sicurezza). Specifici obblighi informativi verso l’Anac sono infine posti a carico delle stazioni appaltanti. Le false comunicazioni sociali tornano ad essere un delitto punito con il carcere. Se la società è quotata, chi commette il falso in bilancio rischia la reclusione da 3 a 8 anni; se non quotata, da uno a 5 anni. Si procede sempre d’ufficio, a meno che non si tratti di piccole società non soggetto al fallimento, per le quali vale una sanzione ridotta (da 6 mesi a 3 anni). Sanzione ridotta anche nel caso di fatti di lieve entità. mentre è prevista la non punibilità per gli illeciti di particolare tenuità. L’uso di intercettazioni è possibile solo nel falso in bilancio di società quotate. Quanto alla responsabilità amministrativa degli enti, raddoppiano le sanzioni pecuniarie (fino a 600 quote nel caso di società in borsa e a 400 per le non quotate).