Leggi anti-slot: nel 2014 persi 33 mila apparecchi e bruciati 110 milioni di incassi erariali

Oltre 33 mila apparecchi disinstallati, 870 milioni di euro di raccolta in meno e 110 milioni di incassi erariali bruciati. Sono questi gli effetti della stretta operata da Comuni e Regioni contro il settore delle slot, come emerge dall’analisi del Libro Blu dei Monopoli di Stato. Lo scorso anno, ricorda Agimeg, si sono registrati gli effetti delle Leggi regionali e comunali varate nel corso del 2013 – tra locali slot-free, manifesti dei Sindaci contro il gioco d’azzardo e distanze minime degli esercizi da luoghi sensibili come le scuole – che sono andati a colpire un settore che, nel 2014, ha incassato complessivamente 46,9 milioni di euro, contro i 47,8 milioni dell’anno precedente. A fronte di una ‘perdita’ che lo scorso anno è stata di oltre 33.200 apparecchi – attualmente sono 377 mila contro i 410 mila del 2013, per un calo dell’8,1% – la raccolta ha sostanzialmente tenuto, considerando che è scesa di circa 2 punti percentuali. Le regioni che più hanno sofferto il giro di vite di regolamenti comunali e regionali nel settore degli apparecchi da intrattenimento sono state la Liguria, la Lombardia e la Puglia. In Liguria – tra le prime regioni italiane a introdurre iniziative contro le slot in bar e locali – il numero di apparecchi tolti dal mercato (quasi 1.600 unità) è stato pari al 13% del parco macchine totale. Segue la Lombardia, con il -11,2%, ma che in termini assoluti ha visto ‘sparire’ quasi 8 mila slot. Con cali a due cifre anche la Puglia (-10,3%), seguita dal Friuli (-10%).
Il Lazio nel 2014 ha registrato una perdita di 2.500 apparecchi, ma in termini di raccolta è primo con 258 milioni di euro di incassi in meno, il 30% del totale nazionale. Segue la Lombardia, che dalla riduzione delle slot ha perso 123 milioni di incassi, poi Veneto (-116 milioni di euro) e Sicilia (-110 milioni).