Monopoli e arroganze dei poteri. Il caso della PA e l’Antitrust

L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una lettera all’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia), e in particolare alle amministrazioni comunali di Vicenza, Verona e Aosta auspicando che “la regolazione delle ZTL si basi su principi di non discriminazione e di parità di trattamento”; il “casus belli” sono i vantaggi di accesso che le auto comunali e quelle di Poste Italiane hanno rispetto ai veicoli di altri corrieri postali. Anche se siamo adusi all’arroganza del potere, manifestata dalle varie diramazioni territoriali, economiche e politiche dello stesso, siamo rimasti stupiti di questo intervento. Proprio non credevamo che si potesse arrivare a tanto. Ma la realtà ha superato anche le nostre conoscenze e diffidenze… e chissà quante altre realta’ ce ne sono… Quello dell’arroganza e dei monopoli di potere della Pubblica Amministrazione (PA) è uno degli ambiti più spinosi della nostra comunità. Ciò che spesso viene denunciato da piu’ parti a livello nazionale, trova terreno fertile a livello locale: abitudini, scarse conoscenze, ricatti verso l’utenza, sono gli elementi che contraddistinguono il perdurare di questo vero e proprio bubbone della nostra economia e amministrazione. L’Antitrust ha scoperchiato la pentola degli accessi alla ZTL, ma per il resto, la pentola sarebbe troppo piccola. Tutti contesti in cui a pagare economicamente e qualitativamente sono gli utenti/sudditi di questo servizio e, più in generale, un mercato dell’impresa e del lavoro che si vede inibito l’accesso. Facciamo solo un esempio per capire meglio di cosa stiamo parlando: i servizi idrici, quasi sempre gestiti da società per azioni i cui capitali (o maggioranze degli stessi) sono detenuti da pubbliche amministrazioni. L’utente non può scegliere chi gli fa una migliore offerta e deve sottostare ai continui ricatti di prezzi e qualità imposti, con l’aggravante che, trattandosi della fornitura di un servizio essenziale di cui non si può fare a meno (l’acqua), il potere del monopolista è ancor più odioso e violento. Perchè questo continua? Semplicemente perchè queste aziende, oltre a rappresentare un forte introito economico per le amministrazioni (aziende formalmente private, ma le cui perdite sono sempre colmate dal capitale pubblico: i soci che sono enti tipo i Comuni), sono anche un importante strumento di controllo del consenso (essenzialmente elettorale): 8 mila municipalizzate, coi loro consigli d’amministrazione, i consulenti, il personale in esubero; un contesto intorno al quale ruotano 1 milione di italiani. Oggi l’Antitrust ha preso un’iniziativa “temeraria”, speriamo che sia la prima rondine che annuncia la primavera.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc