Le speculazioni sulla fame hanno bruciato nel mondo circa 50 miliardi di dollari nell’ultimo anno solo per il grano con le quotazioni internazionali che sono crollate del 29 per cento da 7 dollari per bushel (0,25 dollari al chilo) dello scorso anno a poco più di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo) attuali, ma a diminuire del 27 per cento nell’ultimo anno sono anche i prezzi del mais e del 25 per cento quelli della soia. E’ quanto è emerso da una analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti al Chicago Board of Trade, punto di riferimento o del mercato delle materie prime agricole a livello internazionale, illustrata in occasione della la presentazione ufficiale del libro Terra e Cibo del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Dicastero della Santa Sede con il cardinale Peter K.A. Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e Roberto Moncalvo Presidente della Coldiretti e Maurizio Martina Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime come il petrolio, dai metalli preziosi fino a grano, mais e soia” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare i limiti di un modello di sviluppo intensivo e globalizzato, che ha declassato il cibo a merce di scambio anonima e indifferenziata.
Gli effetti negativi della speculazione sono precisamente uno dei temi su cui si sofferma Terra e Cibo. La Chiesa, difatti, ha spiegato in apertura il Cardinale Peter Turkson, avendo a cuore il benessere integrale di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni comunità e nazione, dell’intera famiglia umana, una generazione dopo l’altra, “ha una parola da dire su ‘nutrire il pianeta’ e su ‘energia per la vita’” (i temi dell’Expo).
Il Presidente Moncalvo ha osservato come si stia sopravvalutando l’incidenza e la risolutività delle nuove tecnologie come gli Ogm e nello stesso tempo subiamo le conseguenze di uno sfruttamento fuori ogni controllo delle terre per la produzione di biocombustibili soprattutto nei Paesi poveri con l’accumulo di un drammatico ritardo nel garantire una giusta alimentazione e ben 57 Paesi su 129 che non hanno raggiunto l’obiettivo di dimezzare la fame entro il 2015, fissato dall’Onu nel 2000, con oltre 800 milioni di persone che soffrono la fame. Questo è anche il risultato di una grande volatilità dei prezzi influenzata da speculazioni che spesso non hanno nulla a che fare con la reale situazione di mercato ma che impediscono la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi ed alimentano – ha denunciato Moncalvo – il paradosso dell’abbondanza denunciato da Papa Francesco proprio nel suo Messaggio ad Expo. Una disattenzione verso il valore del cibo che – ha continuato Moncalvo – è purtroppo confermata dal fatto che un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame, tra le 670 milioni di tonnellate perse nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. La lotta alla fame dunque – sostiene Moncalvo – si combatte ripensando – “a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo” come ci ha stimolato a fare Papa Francesco nell’udienza che ci ha recentemente concesso in occasione del 70° anniversario dalla fondazione della Coldiretti. L’appello di Papa Francesco ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi dove – ha sottolineato Moncalvo – pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i prodotti della terra. In questo contesto l’Expo – precisa Moncalvo – è una enorme occasione per perseguire a livello globale un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri”. Con il loro lavoro gli imprenditori agricoli italiani hanno costruito una agricoltura di straordinaria qualità, con caratteri distintivi unici, con una varietà e un’articolazione che non ha uguali al mondo” ha concluso Moncalvo nel sottolineare che “questo know how replicabile in ogni parte del pianeta è il contributo della Coldiretti per affrontare la lotta alla fame nei Paesi più poveri”.
Di fronte a questa situazione, il Cardinale Turkson ha esortato numerosi attori ad interrogarsi sui loro doveri e sulle loro responsabilità: “quali sono i doveri e le responsabilità dei Governi riguardo alla situazione di fame nel mondo?”. Spiegando che responsabilità può significare sia colpa sia compito, ha infine passato in rassegna le responsabilità degli imprenditori, dei comunicanti e dei pubblicitari, degli educatori delle famiglie e dei singoli che consumano alimenti.
L’Ing. Attilio Galimberti è intervenuto a nome di Franciscans Internationals, ricordando come “non si può pensare di sfamare il Pianeta se non si sconfigge prima l’accaparramento delle terre attuato da parte dei paesi sviluppati e delle economie emergenti a danno dei più poveri”. L’accaparramento delle risorse naturali è stato fortemente condannato da Benedetto XVI, ed è anche analizzato e condannato nel libro Terra e Cibo, così come in una precedente riflessione del Pontificio Consiglio, Energia, Giustizia e Pace. “L’attuale e allarmante corsa all’accaparramento delle terre – ha continuato Galimberti – nasconde una forma odiosa di sfruttamento della terra, del territorio e delle popolazioni locali, che rischia di instaurare di nuovo e con una forma nuova e più insidiosa, il colonialismo nel sud del mondo. La maggior parte di queste acquisizioni non sono legittime perché non tengono conto dei diritti economici, sociali e culturali delle popolazioni locali, dei piccoli contadini, delle popolazioni indigene, delle donne e dei bambini per i quali l’unica forma di sopravvivenza è data dai frutti di quella terra che viene loro brutalmente sottratta”. “Per far fronte a questa crisi di valori, a un mercato globalizzato e incontrollato che punta solo al profitto selvaggio – ha concluso –, l’unica soluzione è quella di ricentrare il mercato ed il business attorno ai diritti umani e alla natura. Uno sviluppo che non rispetti i diritti umani non ci porterà lontano”.
Bono, famosissimo membro degli U2, offre attraverso un apposito videomessaggio un contributo carico di determinazione: “Papa Francesco, la vostra solidarietà con i più vulnerabili ha davvero ispirato me e tanti di noi, aldilà delle parole, aldilà della musica, e vogliamo lavorare con voi, per voi, su questo. Sono pronto a rimboccarmi le maniche, sono pronto a camminare, sono pronto ad affrontare le strutture di povertà ed indifferenza che intrappolano i più poveri nella povertà, nell’ingiustizia e nella fame”. Ricordando il dinamismo del Giubileo 2000 che aveva auspicato la cancellazione del debito, il cantante irlandese ha esortato la platea a supportare il rinnovato giubileo al quale chiama Sua Santità Papa Francesco: “sinistra e destra, ricchi e poveri, tutti i popoli, tutte le religioni potrebbero lavorare come uno solo su questo tipo di cosa. Una famiglia umana, con cibo per tutti”, insistendo sulla lotta alla corruzione e sullo stanziamento di fondi a favore di donne e ragazze.
Tebaldo Vinciguerra, l’Officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace responsabile delle questioni ecologiche e di sviluppo, moderatore durante la presentazione del volume all’Expo, ha esortato a mantenere sempre alto l’impegno “per la dignità umana e per le sue implicazioni”, e a tenere sempre a mente due interrogativi: “quale pianeta lasceremo alla future generazioni, ma anche quali generazioni lasceremo al pianete”, esortando cioè a preoccuparsi del fattore umano, senza limitarsi a quello tecnologico o a pretendere di risolvere le sfide ambientali senza aver allo stesso tempo cura della cosiddetta “ecologia umana”.
Terra e Cibo (150 pagine, Libreria Editrice Vaticana 2015) è disponibile in italiano e in francese, a breve verrà tradotto in inglese e in spagnolo.
Di seguito la quarta di copertina di Terra e Cibo:
Il problema della fame nel mondo continua a sussistere, nonostante gli sforzi istituzionali e organizzativi, le acqui¬sizioni scientifiche, i numerosi studi e una nuova consa¬pevolezza generalizzata. È doloroso, ma doveroso, consi¬derare quanto siano rilevanti le sue pluridecennali cause strutturali. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, avvicendandosi o sovrapponendosi, se ne sono aggiunte di nuove, di tipo congiunturale, che rendono maggiormente complesso il problema e, per questo, ancora più necessa¬ria e urgente la sua efficace risoluzione. I molteplici aspetti che lo connotano devono essere considerati congiunta¬mente. Occorre, difatti, tenere conto delle caratteristiche del contesto economico, ecologico, sociale e politico, che condizionano e che, nel prossimo futuro, continueranno a condizionare i processi di sviluppo. Il Pontificio Consi¬glio della Giustizia e della Pace, aderendo all’esortazione di Papa Francesco di «trovare i modi perché tutti possano beneficiare dei frutti della terra», con le presenti riflessio¬ni intende offrire il proprio contributo agli attuali dibattiti ed alcune proposte, secondo la sua specifica competenza, sperando che siano soddisfatte quanto prima tutte le con¬dizioni necessarie affinché ciascun popolo ed individuo possa gioire del suo eguale diritto ad assidersi alla mensa del banchetto comune e adempiere il suo eguale dovere di contribuire a prepararlo.
Il titolo del presente lavoro mette in relazione due realtà, la “terra” e il “cibo”: la prima rinvia all’organizzazione della produzione e all’uso delle risorse; la seconda, alla distribu¬zione e agli stili di vita.