di Roberto Gugliotta
Eccoci qui al Pala Tracuzzi di Messina per questa gara uno tra Amatori e Aretusa, valevole per la finale regionale maschile under 15 di basket. Il pubblico affolla il palazzetto, nonostante sia una vigilia di festa, buon segno. Non occorre una gran memoria per ricordarsi che questa sfida, per una città che è orfana di sport, rappresenta un punto di partenza, non di arrivo. L’Amatori di Guido Restanti arriva alla resa dei conti imbattuta: non è roba da poco quando si tratta di ragazzini, oggi ci sono con la testa, domani chissà. Aretusa soffrirà il mal di Messina? Chissà, già due stagioni fa ha dovuto piegare il capo in un combattuto spareggio, sempre under 15, giocatosi ad Acireale con il Cus Messina di Pippo Sidoti. Che sia un segno del destino? Il gruppo di Restanti, come già precedentemente scritto, mi ha molto impressionato nel campionato under 17 e, mi assicurano i miei informatori, da marzo è migliorato. Non ne dubito, dato che riconosco a Restanti la determinazione e la testardaggine nell’ottenere un risultato. A scanso di equivoci aggiungo pure che non siamo amici né ci salutiamo per strada. Ma io distinguo sempre l’aspetto tecnico da quello buonista. E sono qui per parlare di basket, solo di basket non per cercare consensi. A Messina esistono tante scuole di pensiero e di avviamento alla pallacanestro, chi più chi meno si spaccia per mago della panchina, ma posso tranquillamente sostenere che quella dell’Amatori è senza dubbio la più valida rispetto a certe scuole più Disneyland che formative. Per esempio quando mi tocca di giocare al Pala Ritiro (quando verrà dichiarato off limits è sempre tardi, dai canestri fuori legge alla stessa sicurezza per atleti e pubblico) a me sembra a volte d’essere al teatro degli orrori, oppure al circo. Più al circo se considero i pagliacci all’opera. Ma mi riprometto di trattare l’argomento Pala Ritiro – omologazione campo, al più presto. Ora ritorniamo alla finale under 15 maschile Amatori – Aretusa. Rullano i tamburi, gli spettatori sono pregati di prendere posto. I genitori, gli appassionati e i curiosi sono arrivati con la banda dei giovani tifosi del Club. Papà e mamme ultras si sono piazzati nei punti strategici. Stacco musicale: la Marcia dei gladiatori. Ed ecco a voi il via alla sfida: scaldato il diesel nel primo quarto, solo con qualche rantolo sospetto, la truppa di Restanti ha travolto nel secondo gli steccati dei lavori in corso Aretusa. Volati via paletti, nastri, lucine e cartelli, nel terzo e quarto quarto è rimasta in campo una sola squadra: Amatori appunto, mentre Aretusa sarà da protagonista, forse, tra un po’. Per carità c’è gara due e la palla è rotonda e ha in certi casi gli occhi… ma il 98 a 62 con il quale l’Amatori ha chiuso gara uno può mettere al riparo da brutte sorprese. Per adesso, la giornata di festa del Pala Tracuzzi pare una pubblicità-vintage Benetton, o una classe della British School, così multietnica, così intrigante da chiedersi come saranno da grandi questi ragazzi del 2000? Già il nuovo millennio che festa quando arrivò… un po’ quel che è accaduto nella prima sfida giocata a Messina. Sto diventando troppo tifoso? Spero di no, ma come si fa a voler male a questi ragazzi? Epperò li dovrò incontrare, li dovrò affrontare, li vorrò battere sempre perché questo è il senso di rispetto che nutro per loro. Giocare per vincere e male che vada far loro i complimenti per averci battuto. La fatica di essere sinceri si paga con gli interessi, e qualche colpo posso perderlo anch’io. Ma stringo i denti per dimostrare che qui c’è gente che onora la partita e il basket. Noi a Patti siamo così: sinceri, diretti, preparati e competitivi. Abbiamo una sola faccia: sia se si vince sia quando si perde. Ma non ci piacciono le cialtronate.