Allarmi, son tornati quellicheceranoprima. Il pericolo rosso per la democrazia. Il che, unito a ripetute esortazioni a farla finita col Miracolo Accorinti, alla grande immagine piratesca dei politici (di una volta, ovvio) che mettono le mani nelle tasche dei messinesi legittimati dunque allo sciopero fiscale, all’attacco con il classico rutto: “iosonioechicazzosietevoi” da ultima spiaggia” e naturalmente al richiamo di pancia e di stomaco alle “ragioni del cittadino”, rappresenta il punto più forte e imperdibile del pensiero scritto, inciso e divulgato dal COMITATOPASTAEFAGIOLI” di Capo Peloro. Il pericolo di quellicheceranoprima – copyright non accorintiano, di sicuro – viene infatti evocato di continuo nei comunicati – propaganda del COMITATO: “è opinione ormai diffusa e consolidata che questo battagliare contro le virtù del sindaco, sia un pericolo per la democrazia Vip, così come la conosciamo e così come l’hanno voluta i padri della Costituzione del Santo Buddace. Il tema è il ricatto di una minoranza esigua per numero, ostile allo spirito imprenditoriale e liberale, statalista, assistenzialista, serva di quellicheceranoprima. Ma il bello viene dopo: grazie a questa minoranza ricattatrice, il problema della sicurezza dei cittadini è scomparso dalla lista delle priorità. Soprattutto in relazione alla questione del degrado di Capo Peloro: perché più cittadini pagano per respirare l’aria che ci siamo presi a suon di operazioni imprenditoriali e più si potrà forse allargare, in prospettiva, il bacino elettorale degli emarginati da raccogliere sotto la bandiera degli eredi del Free Tibet. L’obiettivo della nostra rivoluzione dal basso per garantire i privilegi del Sistema Messina non è – e non sarà mai – contro qualcuno. È bene chiarirlo subito. L’obiettivo è – e sarà sempre di più – solo quello di dare voce e identità a una città che, talvolta, oppressa com’è dai suoi problemi, non trova interlocutori e, per questo, si sente smarrita, confusa… Ma non sarà una rivoluzione contro le Istitutuzioni. La mission del resto era stata evocata, invocata e propagandata già al primo intervento, “Le ragioni del cittadino”, in cui il COMITATOPASTAEFAGIOLI” di Capo Peloro aggressivamente rivendicava il diritto di parola e di opinione di chi non fa “il politico di professione” (il che dovrebbe essere un’ovvietà), scriveva che la politica si ricorda del cittadino solo al momento del voto (buona dose di populismo doc) e che l’obiettivo dei salotti buoni di Messina è diventare “una sorta di grande antenna parabolica” che capti il pensiero della gente “immersa nel suo tran tran quotidiano”. Voce al cittadino dunque? Voce alla tasca piuttosto. Azionisti di un sistema-città: si potrà dubitare che questa arguta definizione sia quella che meglio descrive la classe degli ultimi nel suo tran tran quotidiano? Definizione a pensarci bene poco democratica: e chi le azioni non le detiene? E chi non mastica economia? Attenzione ché i soldi contano eccome, specialmente se qualcuno (a caso) mette le mani nelle tasche dei messinesi – qui uno dei cliché preferiti in tema di economia. Ricordate il primo Accorinti? Siamo tutti sindaci, siamo tutti assessori, siamo tutti amministratori. Balle. Quicomandanosololoro: il COMITATOPASTAEFAGIOLI di Capo Peloro. E il primissimo contatto è un gabbiotto sulla destra delle villette con vista sullo Stretto, che filtra le persone. Si può parlare con una segretaria? Certo che si può, al telefono. Su stanno in pranzo – lavoro e non si può salire. E poi a dire il vero non ci si presenta così, senza appuntamento… Peccato però. Per essere una classe operaia in Paradiso che denuncia la minaccia del ritorno di quellicheceranoprima potevano almeno rimuovere qualche filtro all’ingresso. Altrimenti qualcuno potrebbe pensare che la cortina di ferro non sia del tutto caduta. E si ritornerebbe al punto di partenza: allarme, sono tornati gli eredi di Mussolini.