La legge di Stabilità usando al massimo gli spazi di flessibilità in deficit riduce esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti come il riassetto del finanziamento degli enti locali. Così la Corte dei Conti in audizione oggi al Parlamento.
“Sono le grandi imprese che si avvantaggiano di più rispetto alle altre delle misure previste in legge di Stabilità per i diversi segmenti dell’attività produttiva – rileva la Corte dei Conti. I benefici più rilevanti – ha affermato il presidente Raffaele Squitieri – (oltre 12 miliardi nel triennio) riguardano le medio-grandi realtà produttive su cui si concentrano tre tipologie di sgravio: l’abolizione dell’imu sugli imbullonati, la possibilità di ammortizzare fino al 140% della spesa per gli acquisti di macchinari effettuati fino alla fine del 2016 e il taglio di 3,5 punti dell’aliquota Ires a decorrere dal 2017 (in parte anticipabile al 2016 ove trovasse riconoscimento in sede europea la clausola migranti)”.
Per la Corte dei Conti, inoltre, “il taglio della Tasi “cristallizza” la capacità fiscale dei Comuni, avvantaggiando chi ha alzato al massimo le aliquote e penalizzando i Comuni dove la Tasi era meno cara. I servizi indivisibili graveranno sui non residenti non in grado di operare il controllo politico sugli amministratori con il voto”. “Tra il 2016 e il 2018 il concorso delle amministrazioni locali agli obiettivi di finanza pubblica risulta particolarmente rilevante”. La Corte dei Conti osserva che l’aggiustamento di bilancio andrà a gravare prevalentemente sulle amministrazioni locali, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi”.
La Corte dei Conti ha parlato, inoltre, della necessità di “misure per rilanciare gli investimenti locali che possono dare un contributo significativo alla crescita del Paese. Squitieri ha sottolineato come “l’attuale sistema degli appalti pubblici sia troppo complesso e dia luogo a contenziosi infiniti. Squitieri ha lamentato come la Corte di Conti sul controllo che segue all’aggiudicazione degli appalti abbia le “armi spuntate”. La Corte, ha detto, può “intervenire con controlli nella prima fase dell’aggiudicazione mentre sulla parte successiva quella dell’esecuzione la Corte dei Conti (subappalti, varianti d’opera eccetera) è assente”. “Il controllo però – ha concluso – è necessario”.