Presso lo Spazio Artelier, nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale, l’artista e gallerista Elena Boschieri ha ospitato – nell’àmbito del progetto Cibars – il nuovo appuntamento teatrale con “La forchetta di Mastro Scappi”, commedia in un atto unico di Roberto Malini per la regia di Mario Morales Molfino. Sul palco, allestito con elementi rinascimentali e un cesto di verdura di stagione, Alberto Carpanini (nel ruolo di Mastro Bartolomeo Scappi, il Michelangelo della gastronomia rinascimentale) e Bettina Banchini (in quello di Suor Apollonia, monaca cuciniera del Conservatorio delle vergini miserabili di Roma) hanno dato vita a una performance intensa e di grande qualità, una rappresentazione vibrante e ricca di sfumature, davanti a un pubblico interessato e attento durante tutta la pièce, entusiasta al termine, quando ha tributato applausi e manifestazioni di apprezzamento a tutti i protagonisti. Durante il dialogo con il pubblico il regista ha sottolineato la particolarità del rapporto che si istituisce fra Bartolomeo Scappi – il grande innovatore della cucina rinascimentale, cuoco segreto di Papa Pio V – e Suor Apolllonia, che rappresenta la tradizione della Chiesa cattolica in un periodo che vede l’Inquisizione ancora a un livello di assoluto potere: “Vi è una vena sottile di erotismo che unisce i due: l’erotismo che non manca mai nella grande cucina”. Rispondendo a una domanda, l’autore ha messo in rilievo la natura allegorica della pièce e come dietro il sontuoso banchetto per la festa di Santa Caterina si celino i due poli del pensiero dell’era di Scappi, ma anche del nostro tempo: le convinzioni granitiche di chi non vuole che il mondo si evolva e lo spirito libero e creativo di chi chiede alla civiltà di compiere un passo avanti. Una collisione di energie opposte, che solo attraverso il dialogo possono trovare una zona ideale di incontro pacifico. Bettina Banchini e Alberto Campanini