Cgil su inchiesta Messinambiente

Un quadro inquietante – evidenza la Cgil Messina – quello che emerge dall’inchiesta sulla gestione di Messinambiente che, al di là delle responsabilità penali che dovranno essere accertate, indica già adesso e in maniera precisa dove stiano le responsabilità reali per le frequenti crisi che hanno spesso lasciato la spazzatura per strada e per le bollette carissime. Se saranno accertati i fatti indagati dalla magistratura denunciano inoltre l’assenza, se non forse peggio, di qualsiasi controllo del comune – nel periodo osservato- sulle partecipate di cui è proprietario. Plauso e sostegno all’azione della magistratura che scoperchia così ancora una volta la cattiva gestione della cosa pubblica, rischiando di restare ormai l’unico organo di controllo in questa città.
Sarà necessario – prosegue la Cgil – fare piena e definitiva luce su questi gravissimi fatti così come occorrerà fare chiarezza su cosa evidentemente sembra non aver funzionato nell’azione di controllo amministrativo dell’ente locale e aprire quindi una riflessione su costi e qualità del servizio. Se risulterà vero che si pagavano sanificazioni dei cassonetti non fatte, controlli per manutenzione automezzi non eseguiti, polizze assicurative al doppio o al triplo del loro valore, se si favorivano alcuni dipendenti a discapito di altri e se su tutto ciò maturavano tangenti, ecco spiegate le responsabilità, dell’immondizia per strada e non di tariffe così alte. Ma anche quella di ingiustificati incidenti mortali sul lavoro, come quella inaccettabile del lavoratore Nino Tomasello.
Se saranno accertati i fatti – si evidenzia – bisognerà fare chiarezza anche sulle reali cause dell’indebitamento della partecipata e dell’inserimento di questi debiti nel piano di riequilibrio, perché sarebbe ingiusto alla fine far pagare ai cittadini, oltre alle bollette già troppo esose, anche il prezzo delle tangenti. Al di là di eventuali responsabilità penali si dovrà accertare chi ha controllato i bilanci della partecipata e chi li ha approvati senza accorgersi di fatti così macroscopici con la conseguenza di legittimare situazioni debitorie frutto di malagestione.
La conduzione della società che emerge dalle indagini – evidenzia ancora la Cgil – ipotizza responsabilità precise che non sono quelle dei lavoratori – troppe volte ingiustamente additati come colpevoli dei disservizi e del costo delle bollette – ma la corruttela di funzionari e imprenditori.