Premessa “semantica”
Mi scuso con gli amici lettori se ogni tanto ritorno al vecchio mestiere di insegnante e ripeto “lezioni” che loro hanno magari già sopportato. Quando dovevano svolgere il tema, ai miei Alunni (gli ultimi, carissimi, all’ITC di Rozzano) raccomandavo preventivamente di “chiedere alle parole” del titolo il loro significato. Nel nostro caso è opportuno soffermarsi su quel “civili”, aggettivo usatissimo, facile, “positivo”, quindi accattivante e accettato facilmente da tutti: chi sarebbe contrario ad una cosa “civile”? Il Mondo Moderno è pieno di queste ricerche e scelte “semantiche”, combinate apposta per meglio spacciare la sua mercanzia. Pensate come ha saputo camuffare l’aborto (uccisione del bambino prima di nascere) con… “tutela della maternità” (è nel titolo della “legge” 194!), mentre la Chiesa nel Catechismo – n. 2270 – a proposito di aborto parla di “colpa grave” e di “crimine”. Così per l’uccisione di quello già nato, prevista dal 2002 nella legislazione dell’Olanda (v. il cosiddetto “Protocollo di Gromingen” che consente di eliminare i nati malformati), usano “post-natale” dove il “post” (dopo) di nobile suono latino tenta di nascondere in qualche modo il reato che tutti i codici penali condannavano come “infanticidio”; così per la innaturale adozione di un bambino da parte di “due mamme” sono ricorsi a parole inglesi – “stepchild adoption” – non solo in ossequio alla lingua dei padroni del mondo, ma anche per confondere un povero come me che conosce bene solo quella…siciliana! Nulla di nuovo: applicano la “neolingua” preconizzata da Orwell, 70 anni fa, nel celebre romanzo “1984”. Prendiamone atto.
Ciò premesso, nel nostro caso, forse, è perfino superfluo “chiedere alle parole” del titolo il significato vero perché ci viene spiegato, apertis verbis, dagli stessi propagatori dell’attuale capovolgimento della natura umana: per “unioni civili” costoro intendono in realtà anche le unioni omosessuali equiparate al matrimonio con conseguente adozione di bambini (due mamme, due papà!); pratica aberrante e disumana dell’ “utero in affitto” o “gestazione conto terzi” o “liberismo procreativo” (bambino che, in cambio di denaro, sarà tolto/strappato alla donna che per nove mesi l’ha portato in grembo!); scelta e acquisto – aberranti anch’essi – del seme alla banca/mercato (padri sconosciuti, figli orfani per legge, mercificazione della donna e del bambino, pericolo di futuro incesto!) e quant’altro di “novità” la fantasia, coadiuvata dalla scienza, potrà escogitare per la soddisfazione di curiosità, passioni, desideri e vizi umani. Pretendono, pure, che quelle “unioni” siano chiamate “matrimoni”: stranezze di chi, in controtendenza con le nuove generazioni che ormai rifiutano il matrimonio e preferiscono la convivenza, vuole “sposarsi” a qualsiasi costo con tanto di pubblico rito almeno davanti a un funzionario con la tracolla tricolore non potendolo fare davanti a un prete in cotta e stola!
Gli intellettuali “che contano” sui giornali, televisioni, riviste, film, libri… ci assordano col loro clamore e tentano di convincerci che tutto ciò è progresso e civiltà; per me – al contrario – è una deriva verso un disordine peggiore di quello che già vediamo. Tale disordine viene da lontano e un po’ alla volta sta capovolgendo ciò che la natura da sempre aveva stabilito. Negli ultimi decenni sta aggredendo la Famiglia naturale: il “Padrone del Mondo” dall’alto della “piramide” vede e sa perfettamente che il suo dominio completo su questa terra, oggi, passa attraverso la distruzione della Famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna che generano figli. Egli può contare su molti servitori proni ai suoi piedi, più spesso “inconsapevoli”: penso, fra tante figure, a quelle “ragazze” sorridenti, loquacissime e sparaparole come libri stampati che, arrivate al Parlamento nelle ultime infornate elettorali, sono piene di sicumera ideologica acquisita alla scuola di professorini targati “1968”; ripetono a memoria il consueto ritornello: queste “leggi” ci vengono richieste dall’Europa e noi Italiani dobbiamo affrettarci ad approvarle poiché siamo già in “ritardo” sulla tabella di marcia del “progresso”; ritardo – aggiungono in tante – causato dalla presenza in Italia del Vaticano e della Chiesa Cattolica… Un “bla bla” di chi non ha studiato la Storia! “Inconsapevoli”, a dir poco, sono anche parecchi politici che, dicendosi cattolici, convivono in partiti che esplicitamente hanno nei loro programmi articoli e proposizioni in contrasto – per diametrum – con la Dottrina sociale della Chiesa; questi vedono il disordine innaturale che aumenta nella società e immaginano di poter piantare dei “paletti” per fermarlo: fanno opera inutile, intanto perché sconoscono la “meccanica” e la complessità del processo rivoluzionario in corso e, poi, perché nell’attuale relativismo e individualismo esasperati, “i paletti” durano il breve lampo di una stagione. Così quando la “giovine” ministra del governo Renzi, dopo sue recenti affermazioni perentorie a favore delle “unioni civili”, sembra fare parziale marcia indietro e ammorbidire i toni della polemica, questi cattolici si sentono soddisfatti e magari cantano “vittoria”; in realtà c’è poco da cantare perché si tratta dei tattici e previsti “tre passi avanti e due indietro” che il “Padrone” ordina di fare quando sulla strada sorge qualche intoppo imprevisto come – ad esempio – un sondaggio da cui emerge che la maggioranza degli italiani è contraria alle “famiglie” omosessuali e alla loro adozione di bambini. E ciò è vero, il “giovine” Renzi stia accorto: la folla (oltre un milione di persone) che il 20 giugno scorso ha manifestato spontaneamente a Roma in difesa della Famiglia naturale, ne è la prova! In questi casi l’ “ordine” è di prendere tempo per aggirare l’ostacolo e ripartire, poi, con più lena di prima.
Quanto a “unioni civili”, “anche senza distinzione di sesso”, noi, cittadini di Rozzano, abbiamo avuto il “privilegio” di precorrere i tempi: il nostro Consiglio Comunale (compresi i cattolici del Partito Democratico) li ha votati di slancio con applauso finale il 16-XII-2013 (v. Delibera del Consiglio Comunale n. 48, 2013). Ma, fuori dell’Aula, nessuno si è accorto di niente, nonostante che da diversi mesi fossero affissi i manifesti che ne annunciavano la discussione. Neanche una paglia è apparsa sul “ViviRozzano”, né sui fogli parrocchiali, né su altra carta stampata che di tanto in tanto circola nel nostro comune. Io – solito “quidam de populo”/ “signor nessuno” – il 1° Novembre 2013, “Festa dei Santi”, avevo scritto un “foglietto” (“Rozzano: Consiglio Comunale del 14-X-2013; 4º punto all’Ordine del Giorno: regolamento per il riconoscimento delle unioni civili”) e, poi, un altro, Gennaio 2014 (“Unioni civili” anche a Rozzano) in cui dicevo che le “unioni” erano “fatti privati”, “a tempo” e “a prova” (“ci mettiamo insieme e, se non funziona, ci lasciamo…”) un magma fluido, difficile, dunque, da definire/codificare (umoristica la “stabile relazione” di cui parla la Delibera a p. 1/2), facili da sciogliere in qualsiasi momento; aggiungevo pure che esse, data la loro natura indefinita e provvisoria, diseducavano soprattutto i giovani alla fedeltà, alla parola data e favorivano in loro una affettività instabile e mutevole, frutto di desideri, indebolendo gli individui e accrescendo vieppiù nella società il disordine del quale vediamo i drammatici risultati; domandavo se non fosse il caso che almeno le Comunità delle chiese dicessero qualcosa su un argomento così importante e chiedevo che posizione avessero i cattolici eletti nel Consiglio comunale. Al che qualcuno rispose che era ozioso perfino parlarne perché la votazione “rozzanese” non aveva valore giuridico in quanto le leggi in Italia le vota soltanto il Parlamento. La risposta era giusta ma non teneva conto che tali votazioni “periferiche” (come i famosi/famigerati “registri delle unioni gay” del sindaco Pisapia a Milano o De Magistris a Napoli o Marino a Roma od Orlando a Palermo…), a parte la propaganda diseducante presso la buona gente, avevano un significato simbolico, di augurio e di sprone per i soloni legislatori di Roma affinché si affrettassero a colmare il “colpevole ritardo” italiano che ci fa “vergognare” di fronte ai paesi “civili” dell’Europa e via cantando col solito ritornello… Resto, comunque, sbalordito al pensiero che i cattolici, a Rozzano, su tutto ciò non abbiano avuto nulla da dire!
Forse siamo intontiti e schiacciati dal clamore che il “Mondo” con mezzi enormi sa organizzare per i suoi scopi e non ci rendiamo conto di essere testimoni di un passaggio epocale della storia: dall’alto della “piramide” è stato dato l’ordine ai nostri minuscoli politici passeggeri di creare un’altra “famiglia” distruggendo a poco a poco quella vera con conseguenze che dureranno secoli; credo che ogni persona dabbene, credente o no, si renda conto con la sola ragione che è una follia come di chi stia tagliando il ramo su cui sta comodamente seduto! Questo accade sotto i nostri occhi ed è ora che qualcuno lo “gridi dai tetti”.
Io, a rischio di apparire un Tartarino di Tarascona o il classico don Chisciotte, dal ritaglio del mio infinitesimo spazio, continuerò a parlare come il “grillo” di Pinocchio e magari a ripetere le stesse cose: voglio dire la mia parola di uomo e di cattolico sperando che la Democrazia non sforni qualche nuova “legge” che in futuro ci chiuderà la bocca.
Carmelo Bonvegna