STRAGE DI PARIGI

di ANDREA FILLORAMO

Abbiamo ancora sotto i nostri occhi smarriti l’orrore che il 13 novembre ha assediato la Francia causato dall’attacco terroristico senza precedenti operato da fanatici che professano la religione islamica. Il drammatico bilancio momentaneo è di 132 morti, 352 feriti, di cui 99 gravi. Molte sono state le considerazioni che sono state fatte nei vari programmi televisivi italiani che si sono susseguiti al fatto sanguinoso, quasi tutte finalizzate al superamento della paura e dell’angoscia che questo atto terroristico ha prodotto. Non è mancata, però, la demagogia dei politici, pronti a spostare l’attenzione sul fenomeno dell’emigrazione; non sono mancati neppure le teorizzazioni quasi razziste, i discorsi, le parole tendenti a scavare solchi sempre più profondi fra cattolici e islamici in una nazione, come l’Italia, dove c’è stato un grande impegno nell’integrazione e nella solidarietà verso gli emigrati e dove, per fortuna, gravi atti terroristici islamisti fin’ora non ci sono stati. Nessuno di quelli che si dicono cattolici, inoltre, in quei programmi televisivi, nel commentare i fatti, ha assunto un approccio storico e, quindi, non ha detto con molta chiarezza che il virus della crudeltà, che sostanzializza ogni atto di terrorismo, può infettare qualunque religione, tanto che ha colpito molte volte nel passato, anche i cattolici. Almeno così la vede Melvyn Bragg, scrittore e giornalista televisivo inglese quando dice: "Io sono in debito verso il cristianesimo e credo lo sia anche il mondo in cui siamo vissuti negli scorsi 2000 anni; ma anche il cristianesimo ha un debito con me: mi deve una spiegazione per il bigottismo, la malvagità, la crudeltà e l’ostinata ignoranza che hanno contrassegnato gran parte della sua storia. Nel corso della storia quasi tutte le religioni del mondo si sono macchiate di bigottismo, malvagità, crudeltà e ostinata ignoranza. E spesso dietro una parvenza di virtù e santità, vi è stata ipocrisia e menzogna. Non è strano, quindi, che per molti la religione sia il più delle volte una forza distruttiva nella vita. Comunque, quello che forse preferiscono ignorare è che chi rifiuta la religione può generare tanto odio e intolleranza quanto chi l’abbraccia". Sarebbe lungo commentare questi concetti di Melvyn Bragg, che meriterebbero un approfondimento. Tuttavia seguiamo il consiglio del giornalista inglese, che ci invita indirettamente a sfogliare le pagine del capitolo che riguarda la crudeltà, il bigottismo, l’ostinata ignoranza, la malvagità dei cristiani-cattolici, che, senza dubbio, mette in ombra l’attentato terroristico di Parigi fatto dagli islamisti. Facciamo un breve excursus. Iniziamo con il periodo che va dalla caduta dell’impero romano. Nel 782, 4.550 Sassoni vengono decapitati su ordine di Carlo Magno per aver rifiutato il battesimo cattolico. Nel 1096, 800 ebrei vengono massacrati dai cattolici a Worms, in Germania ed altri 700 ebrei vengono massacrati a Magonza. Nel 1191, 2.700 prigionieri di guerra musulmani son decapitati dai Cristiani in Palestina. Nel 1208, 20.000 eretici catari vengono massacrati dai Crociati a Beziers in Francia. Nel 1219 altri 5.000 catari sono massacrati a Marmande, sempre in Francia. Nel 1391, 4.000 ebrei sono massacrati dai cattolici a Siviglia in Spagna. Non possiamo poi tralasciare ciò che avvenne durante le Crociate: nella cosiddetta crociata dei pezzenti vi furono violenze inenarrabili che causarono la morte di migliaia di persone: venivano arrostiti allo spiedo perfino i bambini! Quando, nel corso della prima crociata, fu presa Gerusalemme nel 1099, furono trucidate dai Cristiani 60.000 persone, senza nessuna distinzione tra musulmani, ebrei, donne e bambini. Le violenze si ripetettero per tutte le altre Crociate. Ma la perla della storia della Chiesa fu l’istituzione della Santa Inquisizione ufficialmente avvenuta in Spagna nel 1478, ma già operante in altri paesi europei, con altri nomi, da secoli prima. Forse il suo vero atto di nascita fu la Bolla di Papa Innocenzo IV con la quale nel 1252 si autorizzava l’uso della tortura contro chi fosse in disaccordo con la dottrina della Chiesa Cattolica. Si calcola in varie centinaia di migliaia il numero delle persone bruciate vive sul rogo dalla Chiesa con le accuse più varie, dall’eresia alla stregoneria. Prima del rogo, le confessioni venivano estorte ai condannati con le torture più varie. Non possiamo trascurare gli orrendi crimini perpetrati nella cristianizzazione del Sud America con conversioni forzate, torture, uccisioni e veri e propri genocidi. Una menzione a parte meritano anche le stragi dei Valdesi del 1545 (2.740 morti) e del 1561 (2.000 morti), il massacro di oltre 10.000 Ugonotti in Francia nel 1572 e le migliaia di Ebrei bruciati vivi dai cattolici nel corso dei secoli perché accusati di deicidio. Abbiamo citato solo degli esempi, ma vi sono una infinità di altri episodi simili, facilmente reperibili negli archivi storici. Bisogna giungere all’Europa moderna per vedere stemperare ma non scomparire del tutto la persecuzione ad opera dei cattolici nei confronti di quelli che cattolici o non erano o non venivano riconosciuti tali in quanto dichiarati eretici. Siamo nell’Europa del Rinascimento, e nell’Europa illuminista. All’interno dell’Europa, rimane diffuso un sentimento di superiorità dei cattolici nei confronti dei non cattolici, che coincide con una coscienza di supremazia politica. Da allora, i cattolici, con difficoltà e quindi a stento, si avviano verso la modernità. Cosa succede invece dell’Islam? Una buona parte di esso rimane nella barbarie, non viene nemmeno più considerato dai cattolici avversario teologico, come nel Medioevo; sul piano politico viene identificato con l’Impero ottomano caratterizzato da una religione fanatica, aggressiva, elementare. In questo senso, appare assurdo ogni tentativo di comprensione o addirittura di supporto da parte occidentale di pratiche e strutture sociali che agli occhi di un europeo contemporaneo possono solo apparire medievali (dalla posizione femminile spesso, e questo dovrebbe farci riflettere a lungo, autoimposta alle rigidità di regole di vita quotidiana e di socialità ai limiti, ai nostri occhi, dell’assurdo): il fatto che ci appaiono medievali è perché sono nate in un periodo storico in cui regole analoghe e strutturazioni sociali paritetiche esistevano anche in occidente, con la differenza che nei Paesi arabi esse si sono congelate come regole divine divenendo intoccabili. Perché è avvenuto tale congelamento? A causa della grande differenza tra strutture mentali occidentali e strutture mentali arabe: la preponderanza del peso della collettività sul peso del singolo. Per comprendere questo punto, è necessario comprendere il concetto tipicamente islamico, quello che della comunità dei fedeli che forma un corpo unico davanti a Dio, la parte visibile, terrestre, del corpo mistico formato dall’unione di Dio con i credenti a lui sottomessi. Da qui derivano il senso di fratellanza di tutti i Musulmani nell’Islam e il concetto di terra sacra dell’Islam, intoccabile dagli infedeli. E’ cosa nota che, praticamente dai primi anni della sua esistenza e fino a tutto il medioevo l’lslam ha avuto una forte tendenza a dividersi in fiumi e rivoli dottrinari, spesso in lotta tra loro: la chiusura dell’interpretazione nasce proprio dalla volontà di impedire ulteriori divisioni e di mantenere una unità teologica ma, questo non implica una necessaria unità politica. Che cosa possiamo fare, dunque? Se ci è impossibile interiorizzare o anche solo comprendere a pieno il pensiero arabo, quello che, comunque, ci è permesso fare è osservare e tentare di capire le ragioni, le matrici della diversità, le dinamiche di un mondo altro e il loro rapportarsi con le nostre dinamiche. Perché solo la conoscenza di tale fisionomia può portare non alla condivisione, ma almeno al rispetto. Rispetto non significa – è bene chiarirlo – tolleranza verso chi usa violenza, toglie la vita a innocenti, non accetta di dialogare con chi ha una fede diversa dalla sua.