Dallo scorso 9 Novembre le visure catastali ottenibili online sul sito dell’Agenzia delle Entrate contengono anche la superficie tassabile ai fini TARI, tassa sui rifiuti, per 57 milioni di unità immobiliari.
Si tratta, più che di un’iniziativa isolata o di un antipasto sulla riforma del catasto (ancora in cantiere), di una fase del riallineamento dei dati degli archivi dei vari Comuni con quello nazionale dell’Agenzia delle Entrate, previsto proprio dalle normative relative alla tassa rifiuti istituita dal 2014.
Il dato, da tempo a disposizione degli uffici comunali per la verifica delle dichiarazioni (autocertificazioni) presentate dai contribuenti possessori di immobili, è ora disponibile per i contribuenti stessi, che possono finalmente effettuare verifiche proprie ed eventualmente comunicare incongruenze all’Agenzia attraverso il sito o presso gli uffici preposti.
Si ricorda che per la tassa TARI, infatti, valgono le dichiarazioni presentate in relazione alle tasse sui rifiuti precedentemente in vigore (a ritroso TARES e TIA o TARSU), nonché quelle di chi inizia a possedere un immobile o vi apporta modifiche di superficie dovute a ristrutturazioni o altro. La superficie tassabile è quella calpestabile, almeno fino a che non sarà completata la fase di riallineamento (o meglio fino all’anno successivo a quello di emanazione del Provvedimento che sancirà tale completamento).
Si fa presente, in ultimo, che la presenza di questo dato non ha effetto sul metodo di calcolo della rendita catastale che avviene sempre sulla base del numero dei vani, almeno finché non entrerà in vigore la riforma del catasto prevista dalla delega fiscale (Legge 23/2014), che prevede appunto l’adozione della superficie per la determinazione del valore degli immobili. Non ci sono variazioni, quindi, rispetto al calcolo del valore su cui applicare le tariffe vigenti per le altre tasse sulla casa, IMU e TASI.
Per la cronaca ad oggi la riforma del Catasto ”non è accantonata ma è all’ordine del giorno” per usare le parole del Ministro Padoan in risposta ad un quesito posto nel corso dell’audizione sulla Legge di Stabilità alla Camera il 4 Novembre scorso.
Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo