“Salva Banche”: intollerabile sacrificio di risparmiatori

Governo e Bankitalia hanno predisposto in tempi da record il salvataggio da 3,6 miliardi di 4 banche in dissesto, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti; un’operazione che per l’ennesima volta, penalizza soprattutto i piccoli risparmiatori. «Le conseguenze del salvataggio – dichiara Mara Colla presidente nazionale di Confconsumatori – riguardano soprattutto gli azionisti delle 4 banche, ben 130 mila, e i 15 mila titolari di bond subordinati che hanno di fatto forzosamente contribuito al salvataggio delle banche con i loro risparmi, ora volatilizzati. Ora, come facciamo ormai da oltre 10 anni, lavoreremo per restituire ai cittadini il “maltolto” ma la domanda sorge spontanea: come è stato possibile arrivare a questo punto? Cosa ha fatto finora Bankitalia? C’è da augurarsi che la Bce sia più vigile. E, ancora, era davvero inevitabile penalizzare i piccoli risparmiatori, tanti dei quali non si erano resi conto di essere a rischio? In Italia non possiamo più rimandare due priorità: vigilanza ed educazione finanziaria».

Sul sito nazionale, oltre all’elenco degli sportelli territoriali, Confconsumatori ha messo a disposizione dei risparmiatori danneggiati un modulo online, compilabile gratuitamente e senza alcun impegno, per ricevere informazioni e aggiornamenti sulle iniziative che l’associazione intende intraprendere.

Infatti il salvataggio, accelerato per evitare la mannaia del “Bail in”, ha danneggiato non solo gli azionisti anche alcuni obbligazionisti. «Bankitalia – commenta l’avvocato Marco Festelli, componente del Consiglio direttivo di Confconsumatori – ha decretato la trasformazione delle obbligazioni subordinate (emesse principalmente dall’anno 2011 in poi) in capitale, azzerandone il valore e l’esigibilità. Per tanti obbligazionisti di Banca Etruria, per esempio, si tratta di una sconcertante scoperta: erano convinti di aver acquistato un titolo remunerativo e hanno visto sfumare tutto il loro investimento con il dissesto della Banca, una condizione, quest’ultima, prevista dall’emittente del titolo. Ciò, va precisato, vale solo per le obbligazioni subordinate e non per le altre obbligazioni che saranno soddisfatte dalla nuova società».

Insomma gli azionisti delle quattro banche e solo alcuni dei titolari di bond subordinati, potrebbero riavere qualcosa solo se la c.d. “Bad Bank”, cioè le vecchie banche rimaste in piedi, riceverà qualcosa dai propri debitori. Per questo Confconsumatori sta predisponendo battaglie legali per ottenere ristoro dalle perdite dei piccoli risparmiatori, specie per i titolari di obbligazioni subordinate. «Occorre valutare caso per caso la modalità di vendita adottata dalla Banca – avvertono i legali di Confconsumatori – per verificare se l’acquisto può considerarsi inadeguato o concluso in mancanza del rispetto dei doveri informativi e di altri passaggi formali».