di ANDREA FILLORAMO
Email ricevuta alle ore 16,09 del 26/11/2015 a firma di S.M
" Leggo da tempo i suoi articoli su Imgpress e condivido la contenuti della maggior parte. Apprezzo la chiarezza, il coraggio nell’affrontare i problemi della diocesi e il suo porsi sempre in linea con Papa Francesco che vuole la pulizia della Chiesa. Ottima la recenzione…“ Miraggi”- a Saint Jean Pied de Port, di Ongi etorri Edizione IMGpress 2015, che, un forma occulta, fa riferimento al duetto Vescovo: La Piana – Vicario generale: p. Tripodo. Ma, se La Piana è diventato emerito, si può fare qualcosa per far diventare emerito anche l’ex vicario generale, oggi delegato ad omnia?" S.M
Rispondo
Caro Signore o forse caro reverendo, La ringrazio sentitamente dell’apprezzamento manifestato nei confronti dei miei articoli. Non pretendo la piena condivisione. Sarei uno sciocco e riterrei, altresì, sciocco chi ha la pazienza di leggermi. Ho accettato di scrivere su IMGpress, a partire dal mese di agosto 2014 e ho fin’ora mantenuto tale impegno, sia per l’affetto che sempre mi ha legato ad una certa parte del clero messinese, sia per il mio legame con la diocesi che ancora sento molto forte. L’essere, poi, in linea con Papa Francesco mi è totalmente congeniale. Quel che ho scritto su un "racconto" ironico "breve", nasce indubbiamente dalla mia predilezione letteraria di questa forma narrativa, dove il gioco del dualismo, la risata che sottolinea e aumenta il dramma, il "dio bifronte", di cui parla Pirandello, convivono con la dissacrante ironia che smorza anche la realtà più dura per evidenziarne le imperfezioni e le incoerenze. L’arma dell’umorismo coinvolge sempre chi legge, colpisce con eleganza situazioni e personaggi scomodi, dipinge col sorriso ciò che non ha colore. Risulta da quel che mi scrive che lei ha tirato fuori dal cilindro dell’anonimato, dando destinazione, collocazione e identità ai due personaggi del romanzo, cioè al vescovo emerito di Messina e al suo Vicario il prete Tripodo, che per l’autore sono soltanto "figure aeriformi galleggianti nel vuoto della fantasia". Di ciò non faccio una colpa nè a lei nè a quanti hanno operato questo accostamento. Del resto non poteva essere diversamente, stante l’esigenza e talvolta anche l’errore, di tradurre ciò che è fantastico in storia, anzi in cronaca locale, ben sapendo che la storia e la stessa cronaca talvolta superano la stessa fantasia. Se poi si pensa che l’autore abbia ricucito il suo abito sulle sagome di due personaggi veramente esistenti, la " frittata è fatta" e quindi, prendendo spunto dal tromanzo, è permesso continuare a parlare delle dimissioni del vescovo, porsi il problema se esse sono o non sono volontarie, seguire o non seguire i pettegolezzi, il detto e il non detto, le curiosità, ciò che si legge sulla stampa, e su internet, aspettare che arrivi il "documento segreto" o "segretato", rivedere i video che sono rintracciabili ancora in Internet. Tutto questo perche’? perchè gli uomini di Chiesa hanno avuto sempre la " cultura del silenzio" che è la " cultura" dell’omertà e senza la verità tutto è permesso e nessuno può ostacolare la ricerca della verità, che può anche provenire dai Sacri Palazzi. Questo vale, anche, per il povero vicario, che nel racconto viene particolarmente ridicolizzato e che appare, quindi, come un "quacquaraquà", cioè una persona alla cui loquacità non corrispondono capacità effettive, e perciò scarsamente affidabile. Ma è proprio è così il prete Tripodo? Se fosse così non si spiegherebbe come ha fatto ad arrampicarsi sulla scale del potere ecclesiastico fino a diventare il Vice Vescovo, altro che diventare emerito. Quando finalmente nell’elezione dei vescovi, nella nomina dei parroci, e nella gestione degli incarichi ecclesiali la finiamo con le raccomandazioni, le segnalazioni, istituzionalmente previste ed esercitate sempre sub silentio? Dove è lo Spirito Santo?