Carne infetta che uccide

La legge è uguale per tutti, ma con gli animali l’uomo fa quello che vuole. Arriva perfino a non applicare le leggi che si è dato. Così può accadere che vacche destinate al macello vengano trascinate con catene, fatte strisciare sul pavimento, trasportate e buttate a terra con il muletto o spinte con la forca.

Tutte azioni illegali, sotto gli occhi di veterinari consenzienti. Che danneggiano gli animali e la nostra salute.

Alcune settimane fa ho raccontato in una video-inchiesta per Servizio Pubblico ciò che accadeva nel macello Italcarni di Ghedi, in provincia di Brescia, oggi sotto sequestro: un "macello degli orrori", specializzato in mucche a terra, dove gli animali venivano maltrattati e torturati. In seguito alla segnalazione di una veterinaria, la procura di Brescia ne ha filmato per un mese le attività, portandone alla luce le pratiche crudeli, dolorose per i bovini e dannose anche per la carne che ne deriva.

Operai che attaccano catene alle zampe di mucche vive, per poi trascinarle con il muletto e buttarle a terra, vacche spinte alla linea di macellazione con una forca senza lembi protettivi. Ho pianto. Poi ho provato rabbia.

Il ministero della Salute, da cui dovrebbero dipendere i controlli, non può più restare in silenzio. E deve fare luce sugli altri macelli: Italcarni è un caso isolato?

Secondo la procura di Brescia, queste pratiche avrebbero infettato anche la carne: l’Istituto Zooprofilattico di Torino ha trovato cariche batteriche 50 volte superiori a quelle consentite dalla legge e due salmonelle pericolosissime, Livingstone e Agama, che possono uccidere l’uomo. Possibile che per fermare il commercio di carne così dannosa, per l’ennesima volta si sia dovuto aspettare l’intervento della magistratura?

La ministra della Salute Beatrice Lorenzin istituisca con urgenza una commissione di inchiesta sulle condizioni degli animali negli allevamenti e nei mattatoi. Non c’è più tempo: questo massacro inutile è durato anche troppo. Ne va della nostra salute, ma soprattutto della nostra umanità.

Giulia Innocenzi