In 200mila pronti a trasferirsi, ma il Miur vuole un contratto sulla mobilità caotico e discriminante

Ha preso il via il confronto tra Miur e sindacati sulla delicata fase dei trasferimenti, delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie che tra febbraio e marzo 2016 coinvolgerà gli 86mila docenti neo-assunti con la riforma della Buona Scuola, che si aggiungono agli oltre 100mila che ogni anno presentano domanda di avvicinamento a casa o in una sede diversa. Se per quest’ultimi si dovrebbe procedere secondo il vecchio regolamento, la proposta dell’amministrazione è quella di permettere lo spostamento dei docenti di ruolo da almeno un anno con le vecchie regole, per tutti i nuovi immessi in ruolo si prospetta una diversificazione di trattamento ingiustificata. Che, se confermata, si prospetta sin d’ora foriera di ricorsi.

Già la Legge 107, approvata il 13 luglio scorso, ai commi 73, 98 e 108, è apparsa sull’argomento a dir poco ambigua, confusionaria e discriminatoria, per via dei tempi di discussione e approvazione: ora, l’amministrazione chiede di proseguire su questa strada, prevedendo diverse fasi per le operazioni di mobilità volontaria o coatta del personale, già a partire dal prossimo anno scolastico. I diversi trattamenti verranno applicati tenendo conto dell’anno di immissione in ruolo o del tipo di posto accettato nelle fasi 0 A B e C del piano straordinario di stabilizzazione.

A tutto questo, si aggiunge la confusione derivante dal passaggio dal vecchio sistema di mobilità, relativo agli spostamenti di natura interprovinciale, al nuovo sistema degli ambiti territoriali, nato con la riforma, che potrebbe essere definito entro giugno prossimo. Quando, però, sarà troppo tardi, perché dovrebbe essere stabilito prima per via della nuova natura sub provinciale – metropolitana.

“Tutto ciò – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, – rischia di produrre trattamenti iniqui, con ripercussioni importanti per decine di migliaia di docenti, le loro carriere e il loro affetti. Perché, lo ricordiamo, la Buona Scuola ha prodotto lo spostamento di provincia, solo nella fase B, di quasi 8mila docenti. Che, quasi sempre già negli ‘anta’, hanno dovuto o dovranno (all’inizio del prossimo mese di luglio o settembre) lasciare famiglie, compagni di vita, genitori e figli, non di rado ancora piccoli e bisognosi della loro presenza”.

Alla luce di tutto ciò, l’Anief invita l’amministrazione o a procedere secondo le vecchie regole, garantendo la mobilità di tutto il personale neo assunto o sovrannumerario. Oppure a definire preliminarmente gli ambiti territoriali che sostituiranno i movimenti inter-provinciali. A tal fine, il giovane sindacato ha presentato al Governo uno specifico emendamento al decreto Milleproroghe 2016 sulla conferma della presentazione della domanda di assegnazione provvisoria in deroga al vincolo triennale.

Va infatti chiarito come si svilupperà la gestione delle rispettive graduatorie tra il personale docente neoassunto per il potenziamento dell’offerta formativa delle scuole, che trasmigrerà d’ufficio nei neonati ambiti territoriali, e il personale che, a domanda, chiedendo il trasferimento o d’ufficio rientrerà nella mobilità. A partire a quello che risulterà sovrannumerario sulle stesse graduatorie.

Ora, se l’emendamento presentato dal Miur in merito alla proroga per la presentazione della domanda di assegnazione in deroga agli attuali vincoli temporali, rende finalmente giustizia alle azioni legali promosse dall’Anief in questi anni (dal passaggio dal vincolo quinquennale a triennale alla deroga al vincolo stesso per ricongiungimento al coniuge o a figli e parenti), rimane che la proposta appena presentata a Viale Trastevere ai sindacati presta più che mai il fianco ad una nuova stagione di contenziosi. Con gli inevitabili ricorsi che interesseranno migliaia di neo assunti, nel 2015 e anche negli anni precedenti. In tanti sono stati infatti collocati in province e regioni lontane da casa, quando potevano essere assunti in scuole situate più vicino casa.

“A questo punto – continua il presidente Anief – è fondamentale che si arrivi alla stipula di un contratto sulla mobilità del personale scolastico che rispetti l’articolo 8 della Cedu e i principi costituzioni che tutelano il personale. E ciò deve essere approvato non solo per il buon andamento della scuola e della Pubblica Amministrazione, ma anche per la salvaguardia del diritto alla famiglia. Che lo Stato deve agevolare, non di certo minacciare”, conclude Pacifico.