Una protesta legittima e a favore non solo di una categoria ma di tutti i cittadini, lo sciopero dei magistrati onorari in servizio nelle procure e nei tribunali ordinari della Repubblica, che ieri hanno visto il primo giorno di astensione e che com’è noto svolgono un’insostituibile funzione ai fini del buon andamento della Giustizia in Italia.
Gli stessi rivendicano giustamente ed in particolare:
– la continuità degli incarichi (dal 2004 sono prorogati nel mese di dicembre per un ulteriore periodo annuale o biennale);
– pagamento dei contributi assicurativi e previdenziali (attualmente lavorano in nero per lo Stato senza alcuna tutela in caso di infortunio, malattia, maternità);
– perequazione del trattamento economico (costano appena il 3 % della complessiva spesa giudiziaria per la retribuzione dei magistrati, svolgono una mole imponente di lavoro; nella sola Roma, ad esempio, i pubblici ministeri onorari garantiscono la celebrazione dei processi penali e delle convalide di arresto in oltre l’80% delle aule di udienza).
Tutte richieste che contribuirebbero a un necessario miglioramento della situazione di perdurante precarietà dei magistrati onorari, addirittura peggiore della gran parte delle categorie di lavoratori in Italia, con conseguenti positive ricadute su tutta la Giustizia italiana, ma che non sono state tenute nel benché minimo conto dal Ministro della Giustizia Orlando nella sua proposta di legge. Una protesta che, peraltro, non è stata assolutamente adeguatamente resa pubblica dai media, anche da quelli locali, e che pertanto Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” intende porre in evidenza anche perchè lo sciopero si protrarrà sino al prossimo 11 dicembre con conseguente paralisi delle udienze nei giorni di astensione, così come in quello di ieri dove in tutti i tribunali si è potuto assistere al rinvio dei processi a seguito della dichiarazione di astensione dei singoli magistrati onorari.