Lo sciopero effettuato oggi ha una valenza politica straordinaria, nel senso letterale di fuori dalla norma. Una indecente superficialità o un malcelato interesse della politica tutta verso il servizio sanitario nazionale, che stanno portando al disfacimento il più importante baluardo di tutela della salute e delle fragilità di tutti i cittadini, hanno spinto tutti i medici italiani prima a manifestare, oggi a scioperare uniti e compatti , raccogliendo l’invito dei tanti italiani senza voce, lavoratori e contribuenti onesti che finanziano un welfare che altri stanno saccheggiando da troppo tempo.
La partecipata adesione dei medici dipendenti, dei dirigenti sanitari e dei veterinari, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze, e dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali con punte del 75%, ed i numerosi messaggi di solidarietà dei cittadini, testimoniano che è ben compresa la posta in gioco. Vale a dire contrastare una condanna a morte annunciata che sta travolgendo insieme i diritti dei cittadini, che vedono sottrarsi prestazioni giorno dopo giorno o trasferirle a carico dei loro redditi, e quelle dei medici, e degli altri professionisti, del loro ruolo, della loro dignità e dei loro valori professionali, marginalizzati in una logica di abbandono.
L’insufficienza di risorse economiche, al di là dei giochi verbali, rende già difficile mantenere gli ottimi risultati conseguiti, che già manifestano le prime crepe con la riduzione degli anni di buona salute nella fascia di età over 65, con l’aumento della spesa privata che ormai lega il diritto alla salute al censo, con l’eccezionale incremento di mortalità osservato nei primi 7 mesi del 2015. Mentre nello stesso tempo cresce il numero di chi non accede alle cure per difficoltà economiche. E peggiorano, anche per l’impoverimento numerico del personale ed il blocco da 7 anni di contratti e convenzioni, le condizioni di lavoro di chi è chiamato a tutelare la salute dei cittadini.
Colpisce il distacco, fino all’indifferenza della politica e del governo, un disimpegno che traduce le promesse in annunci con una incapacità di reggere la complessità della questione sanità.
La sanità pubblica rappresenta un grande patrimonio civile, sociale e professionale nel quale si inverano i valori etici e deontologici dei suoi professionisti, che oggi assumono su di sé l’onere di riqualificarla proponendosi come parte della soluzione, senza farsi schiacciare al ruolo di problema che le tecnocrazie vorrebbero imporre. A partire da oggi, ma senza fermarsi fino a quando non sarà infranto il tetto di cristallo che blocca la sanità nella agenda del governo.
ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID (AIPAC-SIMET-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – FIMMG – SUMAI – SNAMI – SMI – INTESA SINDACALE (CISL MEDICI-FP CGIL MEDICI-SIMET-SUMAI) – FESPA – FIMP – CIPE – ANDI – ASSOMED SIVEMP – SBV