A conclusione di una complessa e articolata indagine su ipotesi di bancarotta fraudolenta nei confronti di due imprese edili trevigiane, fallite nel corso del 2014 ed entrambe riconducibili al medesimo amministratore, gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria di Treviso hanno eseguito nei giorni scorsi un’ordinanza degli arresti domiciliari. Il bancarottiere trevigiano è accusato di aver depauperato un rilevante patrimonio societario per oltre 9,4 milioni di euro attraverso la preordinata distruzione e l’occultamento delle contabilità societarie nonché il mancato deposito dei bilanci e delle dichiarazioni dei redditi a partire dal 2009. Le contabilità aziendali, come ammesso dall’indagato agli organi della
Procedura fallimentare, erano state istituite ma poi smarrite in circostanze inverosimili e poco credibili. Le indagini svolte hanno permesso di dimostrare come l’imprenditore
arrestato abbia posto in essere un puntuale e conclamato svuotamento delle società da lui amministrate e, nelle ultime annualità, si sia sottratto a tutti gli adempimenti impositivi ed al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali degli oltre 20 dipendenti. Le Fiamme Gialle trevigiane, grazie alle consistenti fonti di prova acquisite all’impianto accusatorio, hanno smascherato tale spregiudicatezza imprenditoriale ponendo fine alla condotta illecita dell’arrestato, a riprova della costante azione di tutela e salvaguardia del tessuto economico sano della Marca trevigiana.