Mi chiamo Roberto e, come tutti, sono un consumatore. Tra le tante voci che pesano sul bilancio di tutti noi, ancora più in tempo di crisi, ce n’è una che proprio non riesco a capire: quella del prezzo dei carburanti. Un prezzo gonfiato da elevate tassazioni e dalle accise.
Per intenderci: ogni volta che facciamo benzina continuiamo, nel 2016, a pagare il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935. Da allora sono passati 80 anni: direi che è giunta l’ora di smettere. Paghiamo la crisi di Suez del ’56, il disastro del Vajont, il terremoto in Irpinia di 36 anni fa, la missione in Bosnia*.
Associazioni di consumatori, persone comuni, politici si sono già battuti nel tempo per l’abolizione di queste obsolete accise. Senza successo. Davvero noi consumatori non possiamo fare nulla e siamo condannati a pagare tasse che risalgono a decenni fa versando soldi che stanno evidentemente foraggiando altro?
È tempo di cambiare le cose, anche perché questa situazione rasenta il grottesco.
È tempo di cambiare le cose perché, peraltro, risparmieremmo sensibilmente e ne abbiamo diritto: con l’abolizione delle accise più vecchie di 20 anni risparmieremmo € 0,230891 per litro di carburante. In media, più di 11 euro a pieno. Considerando due pieni al mese, sono 264 euro all’anno. Il corrispettivo di un weekend fuori, ad esempio, o per fare la spesa per tutta la famiglia.
Le accise risalenti a oltre 20 anni fa, ormai obsolete, potrebbero essere abolite: il prezzo dei carburanti scenderebbe favorendo l’economia in generale. Inoltre le nuove accise introdotte dovrebbero estinguersi entro un termine di legge (ad esempio 20 anni) o fino al raggiungimento di un importo necessario per finanziare il progetto.
Insomma cosa aspettiamo? Chiediamo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al Ministero dell’Economia e al governo tutto di porre finalmente fine a queste tasse inique, vecchie e decisamente ridicole.
Roberto Beninato
*€ 0,000981: finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
€ 0,00723: finanziamento della crisi di Suez del 1956;
€ 0,00516: ricostruzione post disastro del Vajont del 1963;
€ 0,00516: ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966;
€ 0,00516: ricostruzione post terremoto del Belice del 1968;
€ 0,0511: ricostruzione post terremoto del Friuli del 1976;
€ 0,0387: ricostruzione post terremoto dell’Irpinia del 1980;
€ 0,106: finanziamento della guerra in Libano del 1983;
€ 0,0114: finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
€ 0,02: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
€ 0,005: acquisto di autobus ecologici nel 2005;
€ 0,0051: terremoto dell’Aquila del 2009;
€ 0,0073: finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali nel 2011;
€ 0,04: arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
€ 0,0089: alluvione in Liguria e Toscana nel novembre 2011;
€ 0,082 (€ 0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
€ 0,02: finanziamento post terremoti dell’Emilia del 2012.